Per InRail e FuoriMuro 353 treni ‘pesanti’ nei primi 4 mesi dell’anno
Nei primi quattro mesi dell’anno InRail e FuoriMuro hanno effettuato 353 treni pesanti (ovvero con massa media trasportata superiore alle 2.000 tonnellate) su 30 relazioni. Lo rendono noto le due imprese ferroviarie, i cui numeri sotto questo profilo sono cresciuti costantemente negli ultimi tre anni. Lo scorso anno InRail ha infatti effettuato 920 treni di […]
Nei primi quattro mesi dell’anno InRail e FuoriMuro hanno effettuato 353 treni pesanti (ovvero con massa media trasportata superiore alle 2.000 tonnellate) su 30 relazioni.
Lo rendono noto le due imprese ferroviarie, i cui numeri sotto questo profilo sono cresciuti costantemente negli ultimi tre anni. Lo scorso anno InRail ha infatti effettuato 920 treni di questo tipo su 46 relazioni (FuoriMuro 82 su 2 relazioni), mentre nel 2019 i treni oltre le 2.000 tonnellate di massa rimorchiata effettuati dall’impresa ferroviaria attiva anche in Slovenia e Croazia erano stati 590 su 36 relazioni (118, su 5 relazioni, quelli della collega che svolge il servizio di manovra nel porto di Genova).
“Sono particolarmente orgoglioso del percorso che, negli ultimi 3 anni, ha portato InRail e FuoriMuro a effettuare con continuità treni con una massa media rimorchiata superiore alle 2.000 tonnellate, elemento distintivo di eccellenza che conferma la posizione di spicco delle nostre due imprese ferroviarie nel panorama nazionale” ha dichiarato Guido Porta, presidente e Ceo di entrambe le società.
In una nota InRail e FuoriMuro ricordano di avere avviato il progetto che le ha portate a questo risultato rispettivamente nel 2017 e nel 2018, “ritenendo che il vincolo massimo allora in vigore, pari a 1.600 tonnellate, fosse incompatibile con le esigenze del mercato”.
In particolare le due imprese ferroviarie ricordano di avere richiesto da subito a Rfi l’autorizzazione a poter effettuare treni pesanti ‘in deroga’ rispetto allo schema normativo definito dalla società, supportando come richiesto la propria proposta con le risultanze di uno studio commissionato al Politecnico di Torino e all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e successivamente certificato da Bureau Veritas, che ha permesso loro di ottenere da Rete Feroviaria Italiana il necessario nulla osta, “evitando così le gravi ricadute commerciali che si sarebbero altrimenti subìte, e arrivando ai risultati menzionati sopra”.
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