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Becce (Assiterminal) propone ai fuoriusciti verso Uniport una nuova federazione dei terminal operator
Genova – Luca Becce è stato appena riconfermato per un altro mandato (biennale) alla presidenza di Assiterminal (associazione nazionale dei terminal portuali aderente e Confindustria e Confetra) e, ora che le due anime del terminalismo si sono separate (con la fuoriuscita e la migrazione di alcuni associati partecipati o collegati a Msc verso Uniport), lancia […]
Genova – Luca Becce è stato appena riconfermato per un altro mandato (biennale) alla presidenza di Assiterminal (associazione nazionale dei terminal portuali aderente e Confindustria e Confetra) e, ora che le due anime del terminalismo si sono separate (con la fuoriuscita e la migrazione di alcuni associati partecipati o collegati a Msc verso Uniport), lancia un appello all’unità almeno sugli interessi convergenti.
Ricordando che Pasquale Legora De Feo (a.d. di Conateco) aveva provato a candidarsi al vertice di Assiterminal nel 2019 uscendo sconfitto, Becce ha spiegato che finora avevano convissuto due diverse e inconciliabili concezioni dell’attività: “Da una parte chi, come noi, intende il terminalismo portuale come un’attività industriale autonoma e, dall’altra parte chi, i prossimi aderenti a Uniport (associazione destinata a entrare in Confcommercio) la concepisce come un centro di costo e subalterna all’attività armatoriale”.
Due concezioni inconciliabili che hanno portato a una frammentazione della rappresentanza in un momento in cui “la polverizzazione della categoria, che già di suo è piccola, non interessa a nessuno”. Ecco perché è stata lanciata già una proposta, suggerita e condivisa dal vicepresidente Vito Totorizzo, “di creare un tavolo comune, una federazione nazionale dei terminal operator per lavorare congiuntamente su alcuni temi di comune interesse come il contratto di lavoro nazionale, le regole delle concessioni e il lavoro in banchina”.
Il numero uno di Assiterminal, preannunciando le linee programmatiche del suo prossimo biennio, ha ricordato fra le criticità da risolvere il fatto che “mancano regole nazionali applicate in maniera uniforme nei porti, in tema di concessioni ma anche di regolamento del lavoro”. Becce ha poi ricordato che qualcuno che farà parte di Uniport (il riferimento è nuovamente a Pasquale Legora De Feo) in tempi recenti ha messo in discussione la riserva di lavoro portuale auspicando una deregulation della fornitura di manodopera. “Una posizione che certamente non condivido anche se sostengo che l’attuale modello risale a una legge del 1994 e andrebbe rivisto e aggiornato. Una discussione aperta e non ideologica sul tema del lavoro portuale in Italia andrebbe fatta” ha sottolineato il presidente di Assiterminal (che nella vita quotidiana è un dirigente del terminal Psa Genova Prà).
Ultima curiosità emersa dalla conferenza stampa in questione è quella che riguarda la ‘teorica’ incompatibilità delle aziende che aderiranno a Uniport (e quindi a Confcommercio) con le territoriali locali di Confindustria (cui fa riferimento Assiterminal). Giuseppe Mele, direttore Coesione territoriale, infrastrutture e trasporti per l’associazione di viale dell’Astronomia, ha confermato che chi si avvicinerà a Confcommercio inevitabilmente dovrà fare un passo indietro da Confindustria. In realtà nel mondo della logistica e dei trasporti in Italia esistono moltissimi casi in cui le aziende trovano il modo di tenere il piede in due scarpe dell’associazionismo.
Nicola Capuzzo