Ecco il dettaglio di chi e quando riceverà gli 800 milioni del Pnrr per i traghetti
Questo articolo fa parte dei contenuti pubblicati nell’inserto “Traghetti e crociere – Edizione 2021” di SHIPPING ITALY – CLICCA E LEGGI gratuitamente Con il Decreto legge 6 maggio 2021 n. 59 intitolato “Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti” il Governo, nell’ambito […]
Con il Decreto legge 6 maggio 2021 n. 59 intitolato “Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti” il Governo, nell’ambito delle misure inserite nel cosiddetto Recovery Fund, ha stanziato circa 800 milioni di euro per il rinnovo delle flotte navali italiane.
La loro distribuzione seguirà il seguente schema cronologico: 45 milioni nel 2021, 54,2 milioni nel 2022, 128,8 milioni nel 2023, 222 milioni nel 2024, 200 milioni nel 2025 e 150 milioni nel 2026.
La ‘scheda progetto’ redatta dall’esecutivo spiega chiaramente che “la misura è divisa in tre azioni distinte”, si pone i seguenti obiettivi:
– Sub-investimento I – (costo complessivo di 200 mln di euro) Aumentare la disponibilità di combustibili marini alternativi. Più nel dettaglio si parla di tre impianti di micro-liquefazione del Gnl (nelle aree di Napoli, Sicilia e Centro-Nord Italia) ma anche della costruzione di due navi di piccole dimensioni adatte ad attività di bunkeraggio principalmente nei porti del Mar Tirreno. Il Gnl sarà fornito a tali navi attraverso l’adeguamento infrastrutturale del terminal di Panigaglia per la ricarica di navi di piccole dimensioni.
– Sub-investimento II – (costo complessivo di 520 mln di euro) Rinnovare la flotta navale mediterranea con unità navali a combustibile pulito. Nella relazione illustrativa più nel dettaglio si parla di realizzazione di nuove unità secondo i più stringenti criteri di efficienza energetica dell’Imo con l’integrazione di soluzioni innovative e sistemi propulsivi di ultima generazione. Ma anche di retrofitting di unità navali esistenti con sistemi di propulsione di ultima generazione (motori dual fuel, motori Gnl, batterie, sistemi ibridi calibrati su specifiche esigenze operative, celle a combustibile in grado di ridurre o eliminare l’impronta ambientale oltre a migliorare il comfort di viaggio per i passeggeri).
– Sub-investimento III – (costo complessivo di 80 mln di euro) Rinnovo della flotta navale attraversamento stretto di Messina: rinnovo della flotta dei mezzi veloci di proprietà RFI che garantiscono la continuità territoriale in interconnessione con i treni veloci da/per Villa S.Giovanni e Messina con nuovi mezzi ibridi a basse emissioni, oltre all’ibridizzazione di 3 unità navali per trasporto treni sempre di proprietà di RFI, per limitare le emissioni atmosferiche.
Più precisamente, a proposito del rinnovo della flotta di mezzi veloci Blu Jet, la scheda illustrativa chiarisce che si ipotizza l’acquisto di n.3 mezzi navali nuovi il cui costo stimato complessivo è prossimo a 60 M€ (che includerà anche i necessari costi di progettazione, materiale di scorta, la sorveglianza alla costruzione, gli imprevisti e le spese generali). Anche per i Mezzi Veloci di nuova generazione si ipotizza prevalentemente la propulsione Lng/elettrica con eventuale ricorso a propulsione dual fuel Diesel.
A proposito invece dell’ibridizzazione della flotta Rfr il progetto potrà essere realizzato per una prima nave (di nuova fornitura) entro l’anno 2021, mentre per le altre due navi in esercizio entro Giugno 2022. Lo sviluppo prevede la predisposizione di: – 1 gruppo batterie di energia nominale minima 500 kWh – 3 motori elettrici – Sistema di collegamento a terra da utilizzarsi durante le soste in invasatura, di potenza 350 kW sufficiente a soddisfare l’intera richiesta nave – Installazione di pannelli fotovoltaici nelle ampie aree disponibili – Stazioni di ricarica a bordo per eventuali futuri treni con alimentazione autonoma a batterie. Cosa miglioriamo: – Riduzione delle manutenzioni per minori ore di moto dei motori diesel – Riduzione di Co2 prossima al 10 % – Riduzione del 10% dei consumabili olio e gasolio – Riduzione dei costi di gestione complessivi – Aumento complessivo della potenza data dalla presenza dei motori elettrici che garantiscono maggiore flessibilità. Complessivamente, si stima un investimento pari a 20 Mln di euro al termine del quale le tre navi della flotta saranno ibride.
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