Il Governo dettaglia la suddivisione degli 800 milioni Pnrr per rinnovo flotte e bunkeraggio GNL
L’orientamento del Governo Draghi relativo alla suddivisione degli 800 milioni stanziati con il decreto istitutivo del fondo complementare al Pnrr per il rinnovo della flotta navale italiana, anticipato da SHIPPING ITALY, è prossimo a trovare formalizzazione normativa. L’esecutivo ha infatti in gestazione una bozza (datata 16 giugno, dettaglio importante per quanto diremo più avanti sull’iter) […]
L’orientamento del Governo Draghi relativo alla suddivisione degli 800 milioni stanziati con il decreto istitutivo del fondo complementare al Pnrr per il rinnovo della flotta navale italiana, anticipato da SHIPPING ITALY, è prossimo a trovare formalizzazione normativa.
L’esecutivo ha infatti in gestazione una bozza (datata 16 giugno, dettaglio importante per quanto diremo più avanti sull’iter) di un secondo DL Trasporti (essendo il primo quello del primo aprile scorso, contenente misure sulla continuità marittima e sulla navigazione in Laguna di Venezia). Fra le altre cose si provvede a ripartire gli 800 milioni di cui sopra.
Mezzo miliardo (“18 milioni di euro per l’anno 2021, 17,2 milioni di euro per l’anno 2022, 56,5 milioni di euro per l’anno 2023, 157,6 milioni di euro per l’anno 2024, 142 milioni di euro per l’anno 2025 e 108,7 milioni di euro per l’anno 2026”) servirà ad erogare, “fino a concorrenza delle risorse disponibili, un contributo di importo non superiore al 50 per cento dei costi necessari per il rinnovo ovvero l’ammodernamento delle navi, anche in fase di costruzione delle stesse”. Con un successivo decreto attuativo il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, definirà “la tipologia e i parametri tecnici degli interventi ammessi a finanziamento, in coerenza con gli obiettivi di carattere ambientale e di riduzione delle emissioni, l’entità del contributo riconoscibile per ciascuna delle tipologie di intervento, nonché le modalità e le condizioni di erogazione dello stesso”.
80 milioni di euro (20 milioni per l’anno 2021, 30 milioni per l’anno 2022 e 30 milioni per l’anno 2023) sono invece specificamente destinati a Rfi (immediatamente fruibili non appena entrerà in vigore la norma) per il rinnovo o l’acquisto “di unità navali impiegate nel traghettamento nello stretto di Messina per i servizi ferroviari di collegamento passeggeri e merci ovvero nel traghettamento veloce dei passeggeri”.
I restanti 220 milioni (“7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, 42,3 milioni di euro per l’anno 2023, 64,4 milioni di euro per l’anno 2024, 58 milioni di euro per l’anno 2025 e 41,3 milioni di euro per l’anno 2026”) sono destinati “al finanziamento, in misura non superiore al 50 per cento del relativo costo, di interventi destinati alla realizzazione di impianti di liquefazione di gas naturale sul territorio nazionale necessari alla decarbonizzazione dei trasporti e in particolare del settore marittimo, nonché di punti di rifornimento di GNL e Bio-GNL in ambito portuale con le relative capacità di stoccaggio e l’acquisto delle unità navali necessarie a sostenere le attività di bunkeraggio a partire dai terminali di rigassificazione nazionali”. Previo, anche in questo caso, decreto attuativo del Mims di concerto col Mef.
Tornando in conclusione all’iter, non è chiaro quale siano percorso e tempistica di questo DL Trasporti bis. Alcune delle misure da esso delineate (fra cui quelle appena descritte), infatti, sono state direttamente inserite fra gli emendamenti al decreto istitutivo del fondo complementare, il cui percorso di conversione si chiuderà al massimo il 6 luglio, più facilmente già oggi stesso (emendamenti che peraltro, approvati finora dal Senato e attualmente al vaglio della Camera, contengono però ulteriori misure, anche nello stesso ambito: ad esempio il rifinanziamento del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 contempla “10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 e 15 milioni di euro per l’anno 2024, per il rinnovo delle flotte navali private adibite all’attraversamento dello Stretto di Messina”).
L’eventuale conversione in legge di tali emendamenti, quindi, svuoterà parzialmente il contenuto del DL Trasporti bis e potrebbe incidere sul suo varo. Che tuttavia dovrebbe restare in agenda del Governo, dal momento che contiene svariati provvedimenti non inseriti nel decreto sul fondo complementare.
A.M.
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