Governo al mare: idrogeno verde per l’offshore ravennate, Arbatax in Adsp e rifinitura al PSC
In anticipo sulla scadenza del 6 luglio, la Camera ieri ha dato il definitivo via libera (validando il testo emendato dal Senato senza ulteriori modifiche) alla conversione in legge del decreto con cui il Governo ha istituito il fondo complementare al Pnrr da circa 30 miliardi di euro. Come anticipato da SHIPPING ITALY, la conversione […]
In anticipo sulla scadenza del 6 luglio, la Camera ieri ha dato il definitivo via libera (validando il testo emendato dal Senato senza ulteriori modifiche) alla conversione in legge del decreto con cui il Governo ha istituito il fondo complementare al Pnrr da circa 30 miliardi di euro.
Come anticipato da SHIPPING ITALY, la conversione del decreto ha provveduto alla ripartizione 800 milioni di euro stanziati per il rinnovo della flotta marittima (al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili toccherà stabilire i criteri di fruizione), ed ha aggiunto, con un emendamento al Senato (sottoscritto da tutti i partiti di maggioranza), 35 milioni di euro specificamente destinati al “rinnovo delle flotte navali private adibite all’attraversamento dello Stretto di Messina”.
Ricordato che oltre ai suddetti 800 milioni il fondo stanzia quasi altri 3 miliardi per la portualità (fra sviluppo dell’accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici, aumento selettivo della capacità portuale, ultimo/penultimo miglio ferroviario/stradale, efficientamento energetico e cold ironing), non si tratta dell’unica aggiunta di risorse in ambito marittimo e navale.
Nel dettagliare il rifinanziamento da oltre 15 miliardi del Fondo di Sviluppo e Coesione (rifinanziamento previsto dal testo originario del decreto istitutivo del Fondo complementare), è stato infatti previsto di destinare “20 milioni di euro per l’anno 2022 e 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, per la costituzione di un polo energetico nel Mare Adriatico per riconvertire le piattaforme di estrazione del petrolio e del gas e realizzare un distretto marino integrato nell’ambito delle energie rinnovabili al largo delle coste di Ravenna, nel quale eolico offshore e fotovoltaico galleggiante producano energia elettrica in maniera integrata e siano, contemporaneamente, in grado di generare idrogeno verde tramite elettrolisi”.
Ma il Governo sta lavorando anche a un Decreto Trasporti bis. Oltre alle novità in materia di Registro Internazionale raccontate ieri, la bozza del provvedimento contiene altre misure di settore. Una è l’inserimento del porto di Arbatax sotto la giurisdizione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna (che già amministra Cagliari, Foxi-Sarroch, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme e la banchina commerciale di Santa Teresa di Gallura).
Più articolato l’intervento di modifica del decreto legislativo 24 marzo 2011, n. 53, “attuazione della direttiva 2009/16/CE recante le norme internazionali per la sicurezza delle navi, la prevenzione dell’inquinamento e le condizioni di vita e di lavoro a bordo per le navi che approdano nei porti comunitari e che navigano nelle acque sotto la giurisdizione degli Stati membri”. La norma cioè che disciplina il sistema del Port State Control.
I ritocchi sono molto specifici, ma il tenore generale sembrerebbe quello di una rifinitura di alcune incongruenze (viene cancellata ad esempio l’esclusione delle operazioni portuali fra le materie oggetto di ispezione) e di un ampliamento delle funzioni ispettive (non più solo i piloti, ma anche autorità di sistema portuale, comandanti dei rimorchiatori, ormeggiatori, battellieri e autorità sanitarie saranno tenuti a segnalare all’autorità marittima eventuali e potenzialmente pericolose anomalie che dovessero riscontrare sulle navi attraccate in porto nell’esercizio delle proprie funzioni).
A.M.
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