Anche Vtp attacca il DL Venezia e comincia a ventilare i danni
Dopo Federagenti e Filt Cgil anche Vtp, il concessionario fino a metà 2025 della stazione marittima di Venezia, è intervenuto a commentare l’approvazione da parte del Governo del DL Venezia che impedirà dal primo agosto di raggiungere il terminal alle navi superiori alle 25mila tonnellate di stazza lorda. Particolare enfasi, in questo caso, sui possibili […]
Dopo Federagenti e Filt Cgil anche Vtp, il concessionario fino a metà 2025 della stazione marittima di Venezia, è intervenuto a commentare l’approvazione da parte del Governo del DL Venezia che impedirà dal primo agosto di raggiungere il terminal alle navi superiori alle 25mila tonnellate di stazza lorda.
Particolare enfasi, in questo caso, sui possibili profili di illegittimità di un provvedimento che “cancella arbitrariamente la possibilità di utilizzo del terminal di Marittima in concessione a Vtp fino al 2025”, cioè “cancella la concessione in modo unilaterale violando norme nazionali e comunitarie a tutela del concessionario”. In sostanza “il danno che si va paventando con quando previsto dal Decreto è significativo, in quanto di fatto esclude anche le navi più piccole, quelle del settore del lusso”.
Il tutto per giunta a fronte di “ristori ed indennizzi, nonché forme di tutela per i lavoratori coinvolti, di cui però ad oggi non si conoscono le coperture disponibili”. E “posticipando ad un tempo non ben definito lo spostamento delle attività crocieristiche a Marghera con il rischio concreto di porre la parola fine all’industria crocieristica veneziana con danni enormi sia da un punto di vista economico che occupazionale”.
Urgente quindi per il terminalista “che venga fatta chiarezza sul percorso che porterà allo spostamento a Maghera di cui VTP studia la fattibilità da tempo e per cui ha già depositato proposte concrete che non hanno trovato ascolto. (…) Auspichiamo pertanto che il Governo prenda in considerazione queste istanze così come quelle promosse da chi è contrario alla crocieristica, valutando attentamente anche proposte già fatte quali ad esempio il Vittorio Emanuele che di fatto consentirebbe di mantenere viva la Marittima e con essa la sua eccellenza, senza destinarla viceversa inevitabilmente alla chiusura”.
Ricordata a quest’ultimo proposito la proposta di partenariato pubblico-privato per “un investimento di poco superiore ai 30 milioni di euro”, presentata nell’ottobre 2019 “e rigettata dall’Autorità di Sistema Portuale), Vtp ha anche evidenziato come “sarà necessario non solo sistemare le banchine, ma anche il Canale dei Petroli per far transitare le navi da crociera in sicurezza. Infatti come evidenziato nelle diverse campagne di simulazione condotte da VTP, dalla Capitaneria di Porto di Venezia, dai Piloti e dalle quattro maggiori compagnie crocieristiche del mondo, sul suddetto canale sono necessari interventi manutentivi in linea con il Piano Regolatore Portuale vigente. Le Compagnie di crociera americane, segnatamente Royal Caribbean Cruise Line e Norwegian Cruise Line, ci hanno comunicato la propria contrarierà a posizionare navi a Marghera in assenza di condizioni minime di sicurezza. A queste si dovranno aggiungere le navi di lusso che per ovvi motivi non hanno mai dato la propria disponibilità a spostarsi a Marghera”.
Insomma i danni possibili sono ingenti e, già di fatto calcolati da Vtp e introiettati nella necessaria “profonda revisione del piano industriale”, saranno sottoposti al Governo. Con l’implicito postulato che i danni illegittimamente cagionati vanno ristorati se se ne vuole evitare un risarcimento giudiziale. Concetto ribadito anche da Confitarma – “Sarà importante quindi che i ristori annunciati siano adeguati alle esigenze degli operatori” – mentre Conftrasporto ha sottolineato la necessità della “certezza che per marzo 2022 gli accosti siano pronti”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY