Per la Corte dei Conti ancora critica la situazione di Adsp Civitavecchia
A distanza di un anno dalla relazione al Parlamento con cui la Corte dei Conti, parlando del precedente esercizio, ufficializzò le problematiche (in primis il mostruoso contenzioso creatosi negli ultimi anni) che hanno portato alla difficile e più volte rinviata chiusura del rendiconto 2019 dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centro-Settentrionale (Civitavecchia, Gaeta e […]
A distanza di un anno dalla relazione al Parlamento con cui la Corte dei Conti, parlando del precedente esercizio, ufficializzò le problematiche (in primis il mostruoso contenzioso creatosi negli ultimi anni) che hanno portato alla difficile e più volte rinviata chiusura del rendiconto 2019 dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centro-Settentrionale (Civitavecchia, Gaeta e Fiumicino) la nuova versione del documento, relativa proprio all’esercizio 2019, non registra progressi significativi.
“Per quanto riguarda il personale – si legge nel riepilogo sul periodo guidato da Francesco Maria di Majo – nel 2019 si conferma un costo medio decisamente elevato (213.769 euro pro-capite per le unità di personale con qualifica dirigenziale e 94.317 euro per i quadri e impiegati)”. E, stigmatizzato il ricorso a una società di consulenza esterna per individuare il da farsi su una serie di emolumenti ad personam già criticati dalla Corte in passato, in generale “su questo tema non risulta siano state poste in essere ancora azioni concrete, nonostante la deficitaria situazione di bilancio”.
Analogamente, “relativamente alle criticità già evidenziate nei referti precedenti circa le società concessionarie dei servizi di interesse generale” e le partecipate, i giudici, spiegando come i problemi di mala gestio riguardanti soprattutto Port Mobility e Pas (Port Authority Security) prescindano “dalle contingenti conseguenze dell’attuale emergenza sanitaria”, affermano che “gli aggiornamenti forniti dall’AdSP in occasione del presente referto non sembrano superare i rilievi a suo tempo formulati”. E che “non può non rilevarsi come le misure adottate per superare le rilevanti problematiche già più volte segnalate e le giustificazioni addotte non siano tali da superare le criticità ancora esistenti e che sembrano aggravarsi nel tempo”.
Focus, come detto, sul contenzioso, arrivato a fine 2019 a quota 129 procedimenti per un valore stimato di 330,7 milioni di euro, con i tre avviati da Grandi Lavori Fincosit “per il riconoscimento delle riserve relative all’appalto dei lavori per il primo lotto delle opere strategiche nel porto di Civitavecchia, per un valore complessivo aggiornato di circa 261,5 milioni, oltre a interessi e accessori”. Citate anche le note liti con Cpc – Compagnia Porto Civitavecchia (gruppo Gavio) e Totalerg e un “contenzioso ancora in essere” con richiesta di “risarcimento del danno quantificato in 14,8 milioni, per gli anni 2009-2017, in ragione di asseriti inadempimenti dell’Ente a obblighi scaturenti dalle concessioni di cui è titolare la società”.
Traballante in proposito la posizione dell’ente secondo la Corte, dato che “in presenza di contenziosi così rilevanti è essenziale che il relativo fondo rischi sia correttamente determinato in quanto la valutazione dello stesso può incidere fortemente sul risultato di esercizio. A tale proposito si rileva che anche il rendiconto 2019 fa emergere una situazione gestionale critica nella quale l’avanzo di amministrazione disponibile risulta completamente azzerato a causa degli accantonamenti anzidetti, sulla quantificazione dei quali sussistono, come sopra evidenziato, rilevanti margini di incertezza”.
Se la nota positiva della relazione riguarda il capitolo della gestione demaniale, con l’evidenziazione di “un incremento in valore assoluto dei canoni, che anche in termini di incidenza percentuale rispetto alle entrate correnti passano dal 18 al 25 per cento” grazie in particolare a una rideterminazione attuata a Fiumicino, il giudizio conclusivo non può che richiamare lo “stato di crisi” dichiarato dall’ente nell’aprile 2021 “dovuto alla già difficile situazione di bilancio 2019, aggravata nel 2020 dal drastico calo delle entrate tributarie e dei diritti di porto, connesso alla ingente riduzione del traffico merci e passeggeri dovuto alla pandemia da Covid 19”.
Al riguardo la Corte dei Conti si riserva la valutazione delle misure messe in campo dalla nuova amministrazione (l’attuale presidente Pino Musolino è stato nominato a fine dicembre 2020): “Il bilancio di previsione 2021 è stato approvato soltanto nel mese di aprile 2021, a seguito dell’adozione da parte del Comitato di gestione di un Piano di risanamento tendente a risolvere il suddetto ‘stato di crisi’ che prevede misure finalizzate alla chiusura in pareggio della situazione amministrativa 2020 e alla presentazione in equilibrio finanziario del bilancio 2021. La Corte si riserva l’esame della suddetta documentazione in sede di referto al Parlamento sul bilancio 2020”.
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