Costa ridimensiona (ma ringiovanisce) l’organico e saluta due navi e il Zena Terminal
Nelle 9 pagine del “contratto di espansione” sottoscritto ieri al Ministero del Lavoro da Costa Crociere e dalle organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Ulitrasporti, la parola pandemia ricorre una sola volta, ma è evidente – anche dal bilancio – che, come per tutte le società di settore, il presente della compagnia di navigazione […]
Nelle 9 pagine del “contratto di espansione” sottoscritto ieri al Ministero del Lavoro da Costa Crociere e dalle organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Ulitrasporti, la parola pandemia ricorre una sola volta, ma è evidente – anche dal bilancio – che, come per tutte le società di settore, il presente della compagnia di navigazione genovese sia travagliato e il futuro incerto e bisognoso di ritocchi su vari fronti.
Ecco perché Costa Crociere, in virtù del suo organico superiore ai 1.000 dipendenti (2.313 fra amministrativi e marittimi) ha proposto con successo alle organizzazioni sindacali l’accordo di cui sopra. Che, a dispetto del nome, è in realtà uno strumento di legge per favorire piani di esodo nelle grandi aziende.
Nel caso di specie la compagnia genovese ha dichiarato di avere in programma una profonda ristrutturazione del reparto commerciale. Ragion per cui, stipulato il contratto di espansione, sottoporrà ai propri dipendenti che ne abbiano i requisiti anagrafici e contributivi, la possibilità di anticipare il pensionamento. In base al contratto Costa prevede un “numero complessivo massimo di 30 risorse che cesseranno il rapporto di lavoro entro il 30 novembre 2021”.
A fronte di ciò l’azienda si impegna in un piano di assunzione, nella ratio di una nuova risorsa ogni tre pensionamenti, e ad adempiere a tutte le previsioni previste dalla normativa, sia in termini di versamenti contributivi al personale coinvolto che di organizzazione della formazione per i dipendenti futuri (oltre che per gli attuali), che non potranno comunque essere meno di 6. Senza dimenticare le fidejussioni necessarie a garantire l’Inps che, in base alla normativa, contribuirà al piano con circa 1,65 milioni di euro.
Intanto sul fronte navale Costa si prepara a salutare Costa Atlantica, che fra una settimana uscirà dal registro italiano per issare bandiera delle Bahamas. La stessa sorte toccherà in ottobre a Costa Mediterranea. La dismissione era annunciata da tempo, dato che le due navi sono destinate a costituire la flotta di Cssc Carnival Cruise Shipping Limited, la compagnia crocieristica nata come joint venture tra Carnival Corporation (controllante della stessa Costa) e il gruppo cinese China Satte Shipbuilding Corporation (Cssc). Per quanto riguarda gli equipaggi fonti sindacali riferiscono che non ci saranno perdite di posti di lavoro né di salario, dato che si prevede per il personale la possibilità di passare a Cssc alle medesime condizioni (traslate però, ovviamente, su un contratto differente dal Ccnl oggi applicato) nonché quella di essere reimpiegati sulla Costa Toscana, in consegna a fine anno dai cantieri Meyer di Turku.
Da registrare infine l’ufficialità della bocciatura del progetto Zena Cruise Terminal, che, col supporto dell’Autorità di Sistema Portuale di Genova, Costa Crociere avrebbe dovuto realizzare nel capoluogo ligure a Calata Gadda (insieme a Costa Edutainment e San Giorgio del Porto). L’ente portuale, che dopo esser arrivato persino alla conferenza dei servizi era già ufficiosamente tornato sui suoi passi, ha pochi giorni fa cancellato l’opera da quelle previste dal piano straordinario delle opere per il porto previsto dal ‘decreto Genova’ a seguito del crollo di ponte Morandi.
A.M.
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