Grimaldi vuole altri 25.000 mq in concessione a Savona a parità di lavoro portuale
In via di smaltimento la frenata dovuta al coronavirus, il Gruppo Grimaldi ha in programma di aumentare i volumi di traffico ro-ro e ro-pax movimentati finora a Savona e ha quindi presentato un’istanza all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale per ampliare di circa 26mila mq la propria concessione. I documenti pubblicati dall’ente sono […]
In via di smaltimento la frenata dovuta al coronavirus, il Gruppo Grimaldi ha in programma di aumentare i volumi di traffico ro-ro e ro-pax movimentati finora a Savona e ha quindi presentato un’istanza all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale per ampliare di circa 26mila mq la propria concessione.
I documenti pubblicati dall’ente sono ricchi di omissis, sicché è impossibile ricostruire i dettagli della richiesta di Savona Terminal Auto, controllata (attraverso Marittima Spedizioni) dal gruppo partenopeo, in termini di previsioni di traffico, riflessi sull’occupazione e quantificazione degli investimenti sulle aree che l’ente dovesse eventualmente ricomprendere nella concessione in scadenza nel 2041.
Emerge tuttavia che la richiesta risale all’aprile 2020, quando Savona Terminal Auto esponeva all’AdSP i motivi dell’istanza: “Ormai acquisita giacenza media di trailers pari a 500 al giorno; incremento del traffico della linea Savona-Barcellona-Valencia-Tangeri del 14% rispetto al 2018 (22.500 veicoli/trailers addizionali); previsto ingresso fra fine 2020 e 2021 delle nuove navi Grimaldi con capacità aggiuntiva di circa 600 veicoli/trailers”.
Le nuove navi GG5G, come noto, sono arrivate, ma nel mentre è scoppiata la pandemia di coronavirus e il piano di Grimaldi ha dovuto rallentare. Il gruppo considera però la ripartenza alle porte e, mantenuta quindi l’interlocuzione con l’ente, ha rilanciato l’istanza, stante “la necessità assoluta di disporre di maggiori spazi a terra per poter garantire l’imbarco e lo sbarco di un numero di rotabili (tipologia merceologica che, si legge nei piani del terminalista, non ha subito contrazioni, ndr) più alto rispetto al passato, proprio a causa dell’incremento della stiva delle navi clienti del terminal”.
Censurati, come detto, tutti i dettagli dell’istanza, gli unici aspetti ottenibili sono che gli investimenti riguarderanno l’allestimento delle nuove aree ma senza particolari stravolgimenti e che l’eventuale assentimento potrebbe avere un riflesso occupazionale solo eventuale (in termini di chiamate per i lavoratori portuali della compagnia Pippo Rebagliati).
Il condizionale è d’obbligo perché nell’istanza si precisa che il nuovo traffico sarà accompagnato dal “mantenimento dell’occupazione” dell’organico 2021 e “l’eventuale utilizzo di manodopera alle dipendenze dell’impresa ex art.17 l. n.84/94 sarà attivato per picchi di lavoro e/o incrementi di lavoro non caratterizzati da particolare continuità”. Pare dunque di capire che all’aumento dei metri quadrati di concessione richiesti farebbe seguito un meno che proporzionale impatto sull’occupazione in porto, con il mantenimento del modello di autoproduzione di cui la compagnia usufruisce nello scalo della Torretta.
Andrea Moizo
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