Richiesta danni per amministratori e sindaci di Moby e Cin
“Gravissime condotte” e “operazioni illecite”: sono alcune delle espressioni usate dallo Studio legale Ricciardiello&Partners di Bologna che i commissari di Tirrenia in Amministrazione straordinaria hanno incaricato dell’istruzione di una causa per risarcimento danni a carico di coloro che negli anni passati hanno rivestito incarichi di consiglieri e sindaci in Moby e nella controllata Cin – […]
“Gravissime condotte” e “operazioni illecite”: sono alcune delle espressioni usate dallo Studio legale Ricciardiello&Partners di Bologna che i commissari di Tirrenia in Amministrazione straordinaria hanno incaricato dell’istruzione di una causa per risarcimento danni a carico di coloro che negli anni passati hanno rivestito incarichi di consiglieri e sindaci in Moby e nella controllata Cin – Compagnia Italiana di Navigazione.
Lo rivela stamane il Sole 24 Ore, spiegando come l’iniziativa prenda le mosse dal mai effettuato pagamento delle tre rate (per un totale di 180 milioni di euro) che Cin avrebbe dovuto versare a Tirrenia in Amministrazione Straordinaria in aggiunta ai 200 milioni di euro pagati per l’acquisizione nel 2012 dell’ex compagnia di bandiera Tirrenia.
Secondo il giornale confindustriale la bad company avrebbe concesso due settimane, a far data dal 19 luglio, per il saldo del debito, pena l’esercizio dell’azione legale in Tribunale. Tribunale (di Milano) che ha fissato a dicembre le riunioni coi creditori per esprimere il proprio giudizio sul concordato delle due società.
Tornando alla diffida, oltre a stigmatizzare l’azione dilatoria di Moby che avrebbe indotto Cin a non pagare, in ragione del “totale asservimento della governance di Cin alle direttive illecite della capogruppo e dei soggetti di riferimento della famiglia Onorato”, si evidenzia che “sulla base della documentazione reperita dai commissari straordinari sono emerse gravissime condotte imputabili agli organi di gestione e controllo”. Altrove si evocano “operazione illecite di cui devono ritenersi responsabili in solido tra loro gli amministratori e i sindaci di Cin nonché Moby Spa e i suoi amministratori e Onorato Armatori Srl”.
Nel mirino ci sarebbero in particolare il trasferimento di 85 milioni di euro effettuato dall’amministratore delegato di Cin e Moby con tre bonifici a fine dicembre 2018 senza che consiglieri e sindaci eccepissero alcunché; il bond da 300 milioni di euro emesso in Lussemburgo nel 2016 garantito anche da ipoteche sulle navi di Cin acquistate da Tirrenia, operazione realizzata malgrado “lo stato di insolvenza di Cin fosse chiaramente percepibile fin dal 2016”; la delibera “in seno al CdA di azzerare i crediti verso la controllante Moby” per 128,5 milioni di euro.
Resta da capire le ragioni per cui, trattandosi di fatti ampiamente noti, in larga parte ricostruibili a bilancio e riferiti anche dalla stampa con dovizia di particolari, solo oggi i commissari decidano di agire nei confronti di amministratori e sindaci. Gli stessi commissari che nel 2016, prima dell’operazione lussemburghese, rinunciarono alle ipoteche sulle navi di Cin permettendo così a Onorato di iscrivervi quelle a copertura dei bondholder, malgrado – scrivono i loro legali – “lo stato di insolvenza di Cin fosse chiaramente percepibile fin dal 2016”.
Intanto, dopo il rinnovamento del Consiglio d’amministrazione di Moby, oggi è toccato a quelli di Cin. La compagnia ha fatto sapere che il docente universitario “Pietro Maria Putti ha assunto la carica di presidente del consiglio di amministrazione, mentre Massimo Mura (attuale amministratore delegato), Matteo Savelli e i due consiglieri indipendenti Giuliano Lemme e Andrea Maria Azzaro andranno a completare l’organismo”.
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