Nuova diga di Genova: l’AdSP affida al Rina anche la direzione lavori (incertezze permettendo)
Con un ribasso superiore al 35% (su un appalto del valore di oltre 19,7 milioni di euro) Rina Consulting, società del gruppo Rina, si è aggiudicata la gara organizzata dall’Autorità di Sistema Portuale genovese per affidare la direzione lavori della nuova diga foranea dello scalo. Dal momento che la realizzazione appare ad oggi incerta (quantomeno […]
Con un ribasso superiore al 35% (su un appalto del valore di oltre 19,7 milioni di euro) Rina Consulting, società del gruppo Rina, si è aggiudicata la gara organizzata dall’Autorità di Sistema Portuale genovese per affidare la direzione lavori della nuova diga foranea dello scalo.
Dal momento che la realizzazione appare ad oggi incerta (quantomeno perché l’appalto integrato per progettazione definitiva ed esecutiva più lavori della prima fase deve ancora essere bandito e poiché il finanziamento è parziale – 650 milioni di euro circa disponibili fra fondi statali e regionali su 950 stimati come necessari – e l’iter risulta fermo al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili), l’ente ha provveduto sì a decretare l’aggiudicazione dell’intero appalto, disponendo però l’affidamento solo della prima delle quattro fasi previste, per un importo di 57mila euro.
Solo se l’opera si farà, Rina realizzerà il clou del lavoro (e il relativo incasso): supporto ad Adsp e progettisti “nella preparazione e gestione della procedura di affidamento e della relativa documentazione per l’appalto integrato”, “nella redazione del progetto definitivo ed esecutivo e nella gestione del relativo iter approvativo necessario all’avvio dei lavori, ivi inclusa l’attività di validazione” e “nel corso dell’esecuzione dei lavori e in particolare, nell’esecuzione delle attività di Direzione Lavori, di coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione, di direzione operativa”.
Per ora Rina si limiterà dunque a supportare la stazione appaltante “al fine di consentire all’Amministrazione di procedere all’approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economica dell’intervento per avviare la relativa procedura di affidamento in appalto integrato complesso”.
Tale progettazione preliminare, infatti, è stata completata dal progettista a fine aprile, ma come rivelato un mese fa da SHIPPING ITALY e ora confermato dall’Adsp (tramite consegna, previa richiesta di accesso agli atti, del “rapporto finale di verifica preventiva della progettazione di fattibilità tecnico economica”), l’attività di verifica e il confronto fra verificatore e stazione appaltante, chiusi il 25 giugno scorso, non hanno risolto alcune osservazioni sollevate dal verificatore stesso (inerenti, si evince dal rapporto, problematiche di idrologia e idraulica e di infrastrutture stradali).
Toccherà quindi a Rina Consulting aiutare l’Adsp a provvedere: un compito che potrebbe essere facilitato dal fatto che i rilievi da risolvere sono stati sollevati da Rina Check, altra società del gruppo, aggiudicataria appunto della verifica della Progettazione di fattibilità tecnico-economica (Pfte).
Oltre alle incertezze finanziarie e alle appena descritte problematiche tecniche, sul prosieguo dell’iter della diga – il cui appalto integrato, occorre ricordare, va aggiudicato entro metà del prossimo gennaio, scadenza prevista dall’inserimento dell’opera nel programma straordinario per cui Adsp, in base al decreto Genova, ha potuto beneficiare di procedure facilitate – pendono comunque pure interrogativi amministrativi.
Il summenzionato rapporto, infatti, svela anche che il parere della Soprintendenza è già stato chiesto e ottenuto (positivo, seppure con prescrizioni non meglio precisate). Ma pure che mancava ancora al 25 giugno quello di Enac, mentre oggi l’ente riferisce, circostanza assai più allarmante, che non è mai arrivato neppure quello del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. L’allarme nasce dal fatto che la progettazione preliminare è stata inviata proprio allo stesso Consiglio il 7 maggio scorso e che il massimo organo tecnico dello Stato, fulcro del Pnrr facente capo al Mims, avrebbe dovuto pronunciarsi non oltre 45 giorni secondo i termini previsti dal DL Semplificazioni bis nella cui cornice è stata inserita, al fine di accelerare i tempi, la diga.
Non solo: passato quel lasso di tempo, Adsp avrebbe potuto procedere (ad esempio istruendo la procedura di Via e convocando la conferenza dei servizi) e invece, trascorso più del doppio (105 giorni), non lo ha fatto. Inutile chiedere al Ministero se l’impasse sia legata alla mancata pronuncia del Consiglio superiore dei lavori pubblici e alle problematiche rilevate da Rina: c’è da sperare forse nell’intervento dedicato al Pnrr (i 600 milioni di euro statali arrivano dal fondo complementare al Piano) che il presidente dell’Adsp e commissario straordinario dell’opera Paolo Emilio Signorini terrà domani a Rimini al meeting di Comunione e Liberazione (evento meritevole di sponsorizzazione da oltre 16mila euro da parte dell’ente).
Andrea Moizo
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