Per le crociere a Monfalcone ipotesi di un terminal passeggeri strutturato
Come è noto lo stop alla crocieristica veneziana imposto dal Governo a partire dall’inizio di agosto ha dirottato il relativo traffico su altri scali del nordest, con effetti in chiaroscuro. Uno degli impatti maggiori si è registrato a Monfalcone, scalo tradizionalmente votato alla movimentazione di merci e divenuto improvvisamente e inaspettatamente l’home port di svariate […]
Come è noto lo stop alla crocieristica veneziana imposto dal Governo a partire dall’inizio di agosto ha dirottato il relativo traffico su altri scali del nordest, con effetti in chiaroscuro.
Uno degli impatti maggiori si è registrato a Monfalcone, scalo tradizionalmente votato alla movimentazione di merci e divenuto improvvisamente e inaspettatamente l’home port di svariate crociere estive di Msc Crociere. Circostanza che ha comportato in alcuni casi l’attesa in rada per alcune navi mercantili e la conseguente preoccupazione dei sindacati per il lavoro portuale, messo a repentaglio dal potenziale rischio di perdere il traffico di armatori poco inclini a mettersi in coda alle navi passeggeri.
Da qui la richiesta e lo svolgimento di incontri fra organizzazioni dei lavoratori, Comune e Autorità di Sistema Portuale, con un esito ritenuto soddisfacente da parte sindacale. L’ente portuale, supportato da Capitaneria e Piloti, ha infatti avviato prontamente il rilievo batimetrico dell’intero scalo, verificando che gli approdi 1, 2 e 3, quelli ‘più a monte’ per così dire della lunga banchina su cui si sviluppa il porto di Monfalcone, ritenuti inidonei per mancanza di pescaggio (e poco utilizzati per tale motivo anche a fini mercantili), in realtà a pochi metri dalla banchina pescano il necessario. Sicché con l’uso di pontoni saranno destinati dall’Adsp ad ospitare le navi da crociera.
Tale decisione dovrebbe quindi risolvere quasi del tutto le sovrapposizioni fra crociere e traffico mercantile, favorendo anche la separazione delle due tipologie di flussi e la soluzione di un ulteriore problema cui l’Adsp sta lavorando, vale a dire la compatibilità, in termini ambientali e di salute, della movimentazione sulle medesime banchine di passeggeri e prodotti polverosi e volatili come sono in alcuni casi le rinfuse.
Certo, pontoni e altri interventi estemporanei non possono che essere soluzioni provvisorie (e a basso costo). Ma, sistemato il lato banchina, Monfalcone, a un tiro di schioppo dall’aeroporto regionale e collegato alla rete autostradale, presenta caratteristiche attrattive per un home port. Tanto che l’Adsp, subentrata alla Regione nella giurisdizione dello scalo e impegnata da un paio d’anni nell’inquadrarlo amministrativamente nell’ambito di ciò che prevede la legge 84/94 per gli scali nazionali, starebbe ragionando sull’ipotesi di strutturare stabilmente l’area a terminal dato che l’approccio concessorio permetterebbe investimenti più rilevanti (a partire dal dragaggio a filo di banchina) e la stabilizzazione del traffico.
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