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Italia Marittima riduce la flotta e aumenta i risultati finanziari
Nelle ultime ore sul mercato dalle compravendita navale sta circolando la notizia che quattro navi portacontainer sembrerebbero destinate a lasciare la flotta della società armatoriale triestina Italia Marittima, controllata del gruppo taiwanese Evergreen. Si tratta nello specifico delle unità Ital Lirica, Ital Lunare, Ital Libera e Ital laguna che nel prossimo futuro pare siano destinate […]
Nelle ultime ore sul mercato dalle compravendita navale sta circolando la notizia che quattro navi portacontainer sembrerebbero destinate a lasciare la flotta della società armatoriale triestina Italia Marittima, controllata del gruppo taiwanese Evergreen. Si tratta nello specifico delle unità Ital Lirica, Ital Lunare, Ital Libera e Ital laguna che nel prossimo futuro pare siano destinate a passare nella flotta della francese Cma Cgm.
Dal quartier generale triestino della compagnia nessun commento a queste indiscrezioni che riguardano navi non di proprietà di Italia Marittima ma in noleggio a scafo nudo e leasing dalla società greca Niki Shipping. Sarebbe quest’ultima dunque l’eventuale venditrice delle quattro navi in questione.
In ogni caso la strategia operativa della società armatoriale triestina è chiara: ridurre se necessario la flotta operata al fine di migliorare i margini di guadagno. Cosa che sembra essere riuscita molto bene nel recente passato perché il bilancio 2020 mostra un utile di 21,2 milioni a fronte di un fatturato di 620 milioni (di cui ricavi delle vendite per 557 milioni), mentre il 2019 si era chiuso in rosso per 40,3 milioni a fronte di un volume d’affari di 700 milioni. Da un anno all’altro è particolarmente rilevante la riduzione dei costi della produzione che sono stati pari a 140 milioni di euro in seguito alla riduzione della capacità complessiva della flotta. “Il soddisfacente livello dei noli, che ha registrato una crescita soprattutto nel terzo e quarto trimestre dell’anno, accompagnato da un andamento favorevole del prezzo del combustibile, ha determinato un forte incremento nella differenza tra valore e costo della produzione contribuendo a sostenere e migliorare la redditività aziendale” spiega l’azienda presieduta da Michela Nardulli. Che poi aggiunge: “L’aumento del margine (di guadagno, ndr) deriva anche dalla realizzazione di mix di traffico a più elevata redditività permessi dall’operazione di razionalizzazione dell’impiego della flotta”.
Nel 2020 l’età media della flotta di Italia marittima era di poco inferiore a 14 anni, 5.601 Teu la capacità media delle navi e 104.683 Teu la capacità complessiva del naviglio in gestione. Al 31 dicembre scorso 17 erano le navi in flotta, in calo rispetto alle 20 disponibili al 31 dicembre 2019, ma l’azienda nel suo bilancio informa che a gennaio 2021 è stata consegnata al proprietario la nave Ital Melodia (4.363 Teu) essendo giunto a termine il time charter iniziato nel 2009. Terminati anche i contratti di noleggio a breve termine delle navi Gisele A. (2.702 Teu) e Apostolos II (1.878 Teu) mentre sono entrate in flotta le navi Uni Phoenix (1.618 Teu) ed Ever Bonus (2.881 Teu) tramite stipula di contratti di noleggio a time charter a lungo termine. Altra new entry è stata anche la nave Irenes Rainbow (2.824 Teu acquisita a noleggio time charter a breve termine.
Nel 2020 la riduzione della capacità di stiva complessivamente operata nell’ambito della flotta ha determinato una riduzione pari al 16,8% nei Teu trasportati che sono passati dai 587.320 del 2019 a 488.509. Di questo volumi di carico il 20% ha viaggiato su rotte intra-asiatiche, il 16,5% intra-Mediterraneo e il resto su varie altre direttrice da e per l’Estremo Oriente.
Per ciò che riguarda infine l’occupazione Italia Marittima ha ridotto da 126 a 117 il personale di terra impiegato così come i dipendenti naviganti sono calati da 174 a 163 (55 ufficiali e sottoufficiali a tempo indeterminato e 108 a tempo determinato).
N.C.