L’Adsp ‘concede’ almeno 5 anni a Msc e Moby per l’avvio degli investimenti a Livorno
Il progetto di “Adeguamento al PRP (piano regolatore portuale, ndr) delle strutture portuali limitrofe alla Stazione Marittima di Livorno – Lavori di resecazione delle banchine portuali” andrà sottoposto a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Lo ha decretato pochi giorni fa il Ministero per la Transizione Ecologica, svelando come la nuova amministrazione dell’Adsp labronica abbia […]
Il progetto di “Adeguamento al PRP (piano regolatore portuale, ndr) delle strutture portuali limitrofe alla Stazione Marittima di Livorno – Lavori di resecazione delle banchine portuali” andrà sottoposto a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.
Lo ha decretato pochi giorni fa il Ministero per la Transizione Ecologica, svelando come la nuova amministrazione dell’Adsp labronica abbia nei mesi scorsi ripreso in mano l’iter di un progetto “collegato al rilascio delle concessioni d’uso delle aree portuali pubbliche”. Il riferimento è al “riassetto delle aree demaniali oggetto di concessione alla Società Porto di Livorno 2000” passata, durante la precedente gestione dell’ente, sotto il controllo di una cordata guidata dal gruppo Moby e partecipata da Msc, a fronte di un piano di investimenti da 90 milioni di euro.
Gli aggiudicatari potranno però mettere in pista tali interventi con tutta calma. Leggendo la relazione dell’Adsp sull’istanza di assoggettabilità a Via, infatti, si apprende che: “L’avvio degli interventi privati è però condizionato dall’attuazione degli interventi di adeguamento del bacino e delle banchine, che rimangono di competenza all’Autorità Portuale e che risultano propedeutici”.
Le opere in capo all’Adsp sono imponenti, dato che, al fine di creare accosti e bacini di dimensioni adeguate alla ricezione di traghetti e navi da crociera di ultima generazione, si prevedono resecazioni e tombamenti come da planimetria qui riportata:
Da un punto di vista tecnico secondo l’Adsp gli interventi previsti “non presentano particolari criticità”, ma “unica e indispensabile valutazione necessaria e propedeutica alle trasformazioni è quella relativa alla gestione dei materiali provenienti dagli scavi, per i quali tuttavia è ipotizzabile il riutilizzo nell’ambito degli interventi stessi o la loro collocazione all’interno delle colmate portuali”.
Infatti, si legge ancora nella relazione, gli interventi di resecazione previsti su Calata Alto Fondale, Calata Orlando e Calata Pisa, nonché il parziale tombamento del bacino Firenze, sono interessate aree rientranti nel SIR ex SIN di Livorno (ambito D) e pertanto assoggettate a specifiche procedure di caratterizzazione e analisi del rischio. L’intervento su Calata Carrara è invece esterno alla suddetta perimetrazione, quindi regolato dalle normative ordinarie in materia di sedimenti e terre e rocce da scavo”.
Il riempimento del bacino Firenze e la “seconda vasca di colmata portuale” ospiteranno i sedimenti, da cui la conclusione da parte della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale che il progetto “determina potenziali impatti ambientali significativi e negativi e pertanto deve essere sottoposto al procedimento di VIA”.
Una procedura che impatterà direttamente sulla durata dei lavori, comunque ritenuta ingente dall’ente: “Complessivamente si prevede il completamento delle opere entro circa 5,5 anni dall’attualità. I tempi di attuazione dell’opera risulteranno tuttavia fortemente condizionati dalle procedure di autorizzazione ambientale relative alla gestione dei materiali da movimentare in area SIR”. Quanto alla spesa, “è sommariamente stimabile, un costo per lavori di circa € 30.218.00,00 per le opere relative alle calate Orlando, Pisa, Alto Fondale e Bacino Firenze (ipotetico lotto 1) e € 9.950.000,00 per quelle di resecazione della Calata Carrara (ipotetico lotto 2)”.
Andrea Moizo
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