A Livorno tornano le occupazioni temporanee senza tempo e discrezionali
Placatosi almeno provvisoriamente il terremoto giudiziario che portò alla temporanea defenestrazione dei passati vertici dell’Autorità di Sistema Portuale di Livorno (Stefano Corsini e Massimo Provinciali) e nel frattempo scaduto il termine del loro incarico con la nomina dei successori (Luciano Guerrieri e Matteo Paroli), la nuova amministrazione è tornata a metter mano alle regole sul […]
Placatosi almeno provvisoriamente il terremoto giudiziario che portò alla temporanea defenestrazione dei passati vertici dell’Autorità di Sistema Portuale di Livorno (Stefano Corsini e Massimo Provinciali) e nel frattempo scaduto il termine del loro incarico con la nomina dei successori (Luciano Guerrieri e Matteo Paroli), la nuova amministrazione è tornata a metter mano alle regole sul tema che di quel terremoto rappresentava uno dei fattori scatenanti, il rilascio di autorizzazioni di occupazione temporanea.
L’ultimo intervento regolatorio in materia era stato opera proprio di Corsini e Provinciali ed è relativamente recente dato che l’approvazione del “Regolamento per l’esercizio delle operazioni e dei servizi portuali, per l’amministrazione delle aree demaniali e patrimoniali, nonché per la fornitura di lavoro temporaneo” risale appena allo scorso gennaio.
Nonostante ciò un’ordinanza di Guerrieri pochi giorni fa è intervenuta a modificare significativamente la norma dei predecessori che prevedeva il limite di tre mesi di durata, rinnovabile inderogabilmente un’unica volta, per l’occupazione temporanea (cioè le “utilizzazioni ad uso precario, revocabile in qualsiasi momento da parte del concedente senza necessità di motivazione”) di aree demaniali marittime non assentite in concessione. D’ora innanzi il limite raddoppia a sei mesi e sarà pure derogabile senza alcun criterio prefissato bensì a totale discrezione dell’Adsp (“al verificarsi di specifiche e motivate esigenze e a valle delle previste procedure di evidenza pubblica”).
Le “specifiche esigenze” non vengono infatti indicate nell’ordinanza di Guerrieri, oscura in diversi altri passaggi. L’iniziativa, ad esempio, prende dichiaratamente le mosse dalle “criticità rappresentate di recente da diversi operatori portuali (…) tutte afferenti alla difficoltà nella gestione logistica degli spazi portuali all’interno dei propri terminal, ancor più accentuata dal perdurare del contesto emergenziale legato all’epidemia da COVID 19”.
Decisivo, nella nebbia del provvedimento, il richiamo pandemico, perché le “fluttuazioni dei traffici portuali merci e passeggeri riconducibili all’emergenza COVID-19” sono la preliminare condizione che consente all’Adsp di applicare il comma 9 dell’articolo 199 del DL Rilancio, che stabilisce che fino allo scadere dei sei mesi successivi alla cessazione dello stato d’emergenza” (ad oggi 31 dicembre 2021), le Adsp possono “destinare temporaneamente aree e banchine di competenza a funzioni portuali diverse da quelle previste nei piani regolatori portuali vigenti”.
Come delle summenzionate “criticità” pure delle “fluttuazioni”, però, non vengono chiariti i dettagli, e si sorvola sul fatto che il primo semestre 2021 a Livorno di fluttuazioni se ne siano viste poche, dato il +11,6% sul primo semestre 2020 in termini di tonnellate movimentate e il significativo riavvicinamento ai numeri prepandemici (17,3 milioni di tonnellate contro 18,6 movimentati nei primi sei mesi del 2019).
Insomma, la fine dell’emergenza, sostanziale e formale, pare vicina se non raggiunta, almeno nei porti, e il trend a Livorno è peraltro più forte che nel resto del paese (8% medio). Eppure l’esigenza dell’Adsp di rilasciare qualche occupazione temporanea, poco temporanea e magari con cambio di destinazione d’uso, (eufemisticamente ma eloquentemente definita “esigenza di bilanciamento tra l’opportuna discrezionalità amministrativa del caso e la flessibilità operativa”), appare forte, tanto da non poter attendere “le more della completa attuazione delle previsioni di cui ai vigenti Piani Regolatori Portuali nonché dell’approvazione del futuro Piano Regolatore di Sistema Portuale”.
Per capire quale, in assenza di chiarimenti, non resta che attendere la relativa istanza.
Andrea Moizo
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