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Vincenzo e Achille Onorato: dove nasce l’indagine per bancarotta fraudolenta della procura di Milano
L’armatore Vincenzo Onorato e il figlio Achille, rispettivamente presidente e amministratore delegato del Gruppo Moby che controlla anche Compagnia Italiana di Navigazione (Tirrenia), secondo quanto rivelato da Repubblica e Il Fatto Quotidiano sarebbero sotto indagine da parte della Procura di Milano per presunta bancarotta fraudolenta. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Roberto Fontana (lo stesso che […]
L’armatore Vincenzo Onorato e il figlio Achille, rispettivamente presidente e amministratore delegato del Gruppo Moby che controlla anche Compagnia Italiana di Navigazione (Tirrenia), secondo quanto rivelato da Repubblica e Il Fatto Quotidiano sarebbero sotto indagine da parte della Procura di Milano per presunta bancarotta fraudolenta.
L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Roberto Fontana (lo stesso che la scorsa primavera aveva richiesto il fallimento di Moby nell’ambito della procedura di concordato preventivo avviata oltre un anno fa) ha preso origine proprio dagli elementi emersi negli ultimi dodici mesi sullo stato di dissesto finanziario della ‘balena blu’ e per questo è al lavoro il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza.
L’indagine ruota attorno al sospetto che Vincenzo Onorato e il figlio Achille abbiano dirottato e utilizzato risorse finanziaria dalle casse di Moby e di Cin “per spese anche personali non del tutto giustificate a bilancio” scrivono i giornali citati.
Di fatto ‘il caso’ per la Procura di Milano nasce dagli articoli di SHIPPING ITALY che lo scorso aprile avevano rivelato quanto scritto nel piano concordatario depositato da Moby al paragrafo intitolato “trasferimenti di denaro meritevoli di attenzione” inserito nel capitolo dedicato alla “gestione di Moby nel quinquennio anteriore all’avvio del concordato preventivo“ (vale a dire il periodo 2015-2019).
Lì dentro un elenco di spese particolari fra cui “versamenti in favore di Beppe Grillo Srl in relazione a un accordo avente finalità pubblicitarie per un corrispettivo annuo pari a Euro 120.000 della durata di due anni”, “in favore di Casaleggio e Associati Srl in relazione a un contratto avente lo scopo di sensibilizzare le istituzioni sul tema dei marittimi, per un corrispettivo annuo pari a Euro 600.000 circa della durata di due anni (risolto consensualmente a decorrere dal 1 marzo 2020)”. Figuravano poi 550.000 euro “in favore del Dott. Roberto Mercuri con il quale la società ha sottoscritto contratti di consulenza per il supporto tecnico-specialistico in relazione alle attività con il Parlamento, con il Governo e con la Commissione Europea”.
L’elenco dei “trasferimenti di denaro meritevoli d’attenzione” si completava poi con complessivi 400.000 euro “in favore di partiti politici”, 2,8 milioni di euro in favore della NetJets Management Limited per contratti di noleggio di un aeromobile Falcon 2000EX, 4,5 milioni di euro per l’acquisto e la successiva ristrutturazione dell’immobile denominato Villa Lilium a Porto Cervo di circa 200 mq “utilizzato come edificio di rappresentanza nel nord della Sardegna”, per il noleggio e il conseguente riscatto di diverse autovetture di lusso per complessivi 600.000 euro circa e infine “per ulteriori liberalità concesse dalla società”, erogate in favore anche “dell’associazione spontanea ‘Marittimi per il futuro’ per Euro 10.000)”. Non poteva passare inosservato infine “un omaggio del valore di Euro 50.000 relativo a gioielli destinati a Erika Pollak, vedova di Alf Pollak e madrina del varo della nave a quest’ultimo intitolata”.
Anche nel piano concordatario di Cin (Tirrenia) c’era lo stesso riepilogo delle “operazioni meritevoli di approfondimento” in un apposito paragrafo intitolato “La gestione della società nel quinquennio anteriore all’avvio del concordato preventivo”. In primis veniva menzionata “l’operazione di cosiddetto leveraged buy-out posta in essere nel 2016 con la fusione per incorporazione inversa in Moby della controllante Onorato Armatori Spa, attuata sulla base di un piano consolidato che implicitamente disponeva anche dei flussi prodotti da Cin per ripagare i debiti assunti da Moby”. Venivano poi evidenziati “i rapporti commerciali intercorsi fra Cin e Moby con riferimento ai servizi di biglietteria, in forza dei quali a partire dal 2016 la controllante ha incamerato la liquidità di Cin determinando una esposizione debitoria netta nei confronti della società pari, al 30 giugno 2020, a circa 65 milioni di euro”.
Fra le operazioni rilevanti dell’ultimo quinquennio venivano citate anche le “cessioni dei crediti fiscali e dei crediti maturati nei confronti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in relazione alla convenzione con lo stesso in essere sino al 28 febbraio 2021, con sostenimento da parte della società delle relative commissioni finanziarie, finalizzate alla celere monetizzazione di tali crediti e alla conseguente distribuzione in favore della controllante Moby, alla fine dell’esercizio 2018, di dividendi e di riserve di patrimonio netto per complessivi 95 milioni di euro circa”.
Sotto la lente nel piano erano finiti anche “compensi per consulenze riconosciuti in favore della controllante di Moby, Onorato Armatori Srl, per 3 milioni di euro circa, sulla cui congruità, utilità ed effettività non vi è particolare chiarezza nella documentazione sociale” era scritto nella domanda di concordato.
Nell’elenco delle operazioni particolari e relative alla gestione degli ultimi cinque anni per Cin c’erano anche “i corrispettivi dei noli e delle provvigioni riconosciute in favore di Moby, ritenuti superiori rispetto a quelli praticati sul mercato sia dal Collegio Sindacale che dai revisori”, fino ad arrivare ad “alcuni trasferimenti di denaro tra cui, in particolare, quelli per il noleggio di aerei privati per un corrispettivo pari a circa 800 mila euro e per la sponsorizzazione del team velico Mascalzone Latino, per circa 100 mila euro, le cui finalità o i cui benefici meritano di essere attenzionati”.
N.C.