Giovannini crea una ‘Authority dei trasporti’ parallela per i servizi tecnico-nautici
Chissà se, essendo una trovata del governo dei Migliori, verrà anch’essa digerita senza fiatare? Certo è che per i molti portatori di interesse che dal 2011, anno della sua formale creazione, avversano l’Autorità di regolazione dei trasporti lamentando il sostanziale pleonasmo all’assetto istituzionale preesistente, l’istituzione di una nuova “struttura indipendente con compiti di vigilanza e […]
Chissà se, essendo una trovata del governo dei Migliori, verrà anch’essa digerita senza fiatare?
Certo è che per i molti portatori di interesse che dal 2011, anno della sua formale creazione, avversano l’Autorità di regolazione dei trasporti lamentando il sostanziale pleonasmo all’assetto istituzionale preesistente, l’istituzione di una nuova “struttura indipendente con compiti di vigilanza e controllo intersettoriali” non dovrebbe suonare come una buona notizia.
La definizione virgolettata è tratta da una recente nota della Presidenza del Consiglio alla Rappresentanza italiana a Bruxelles e ha ad oggetto la procedura d’infrazione 2043 che la Commissione Europea ha sollevato a carico dell’Italia nel giugno scorso, imputando al nostro paese una violazione del regolamento Ue 352 del 2017 che ha istituito “un quadro normativo per la fornitura di servizi portuali e norme comuni in materia di trasparenza finanziaria dei porti”.
In sostanza, per quel che riguarda i servizi tecnico-nautici, il nostro paese non avrebbe chiarito sufficientemente quale sia l’organismo indipendente incaricato della trattazione dei reclami e della irrogazione delle relative sanzioni inerenti alla politica tariffaria dei servizi resi nei porti. Epperò, invece che risolvere la cosa comunicando a Bruxelles l’apparentemente ovvia constatazione che tali prerogative spettano all’Autorità indipendente appositamente creata nel 2011 e del resto competente per qualsivoglia altra analoga querelle tariffaria di ambito portuale, ecco il colpo di scena.
Rispondendo a Bruxelles, la Presidenza del Consiglio fa sapere che il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (che con l’arrivo di Enrico Giovannini ha ulteriormente rivisto l’organizzazione interna varata nel dicembre 2020 da Paola De Micheli), ha comunicato lo scorso 5 agosto l’imminente istituzione della summenzionata struttura, denominata “Ufficio di controllo interno e gestione dei rischi”. Struttura “individuata quale Autorità preposta alla gestione dei reclami derivanti dall’applicazione del Regolamento Ue 2017/352 (…) limitatamente alla materia dei servizi tecnico-nautici di ormeggio, pilotaggio e rimorchio”. Il tutto confermando esplicitamente che per tutto il resto rimane competente l’Art.
In attesa di capire cosa ne pensino i sostenitori della tesi della superfetazione istituzionale rappresentata dal garante con sede a Torino, la cosa è passata sotto silenzio finora, emergendo solamente nel disappunto diplomaticamente espresso oggi dal presidente di Art Nicola Zaccheo nel corso della presentazione del proprio rapporto annuale alla Camera, disappunto accompagnato da comprensibile perplessità sulla rispondenza della scelta di Giovannini alle regole comunitarie: “Resta da stabilire se la delimitazione dei servizi interessati – che esclude dall’area di intervento dell’Autorità quelli di ormeggio, pilotaggio e rimorchio, attribuendoli ad una entità di nuova costituzione all’interno del Mims – sia compatibile con l’obiettivo del regolamento di attribuire ad un soggetto indipendente il compito di ricevere i reclami sull’attuazione dei contenuti del regolamento stesso da parte dei soggetti competenti e irrogare eventuali sanzioni”.
Andrea Moizo
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