Ravenna riassegna 13 banchine e celebra l’avvio del progetto Hub portuale
Avranno tempo fino a fine novembre i 13 concessionari di altrettante banchine ravennati per candidarsi alla proroga del proprio titolo. È questa infatti la scadenza prevista dall’Autorità di Sistema Portuale romagnola, che ha bandito il rilascio di 13 concessioni per altrettante banchine dello scalo. A Ravenna, caso pressoché unico in Italia, il demanio non possiede […]
Avranno tempo fino a fine novembre i 13 concessionari di altrettante banchine ravennati per candidarsi alla proroga del proprio titolo.
È questa infatti la scadenza prevista dall’Autorità di Sistema Portuale romagnola, che ha bandito il rilascio di 13 concessioni per altrettante banchine dello scalo. A Ravenna, caso pressoché unico in Italia, il demanio non possiede quasi nulla delle aree retroportuali, così le concessioni ex articolo 18 riguardano i moli e poco più, di norma gestiti da chi possiede gli spazi posti immediatamente alle spalle. Le 13 concessioni infatti vanno da un minimo di 5mila mq a un massimo di 31mila.
Fra gli impegni previsti per i candidati, che potranno chiedere durate comprese fra i 5 e i 20 anni di concessione, c’è anche una clausola sociale, dal momento che “Il Concessionario si impegna, in via prioritaria e in coerenza con la propria organizzazione di impresa, all’assunzione del personale del Concessionario uscente che opera in banchina/area” (264 i posti di lavoro complessivamente in ballo). I concessionari coinvolti sono Fassa Bortolo, Petra, Sapir, Tcr – Terminal Container Ravenna, Setramar, Versalis, Docks Cereali, Ifa, Nadep, Italterminali, Lloyd Ravenna, La Petrolifera Italo Rumena.
Intanto l’Adsp ha nei giorni scorsi celebrato l’insediamento dei cantieri della prima fase del progetto Hub, aggiudicato a novembre 2020 a un raggruppamento temporaneo d’Imprese con mandataria il Consorzio Stabile Grandi Lavori S.c.r.l. – del quale è socio maggioritario e di riferimento la Rcm Costruzioni del Gruppo Rainone – e mandante Dredging International.
Una nota ha ricordato che “la Prima Fase del Progetto, del valore complessivo di 235 milioni euro – finanziati da Cipe, Banca Europea degli Investimenti, Unione Europea (Innovation and Networks Executive Agency) e dalla stessa Autorità di Sistema Portuale – consiste nell’escavo di 5 milioni di metri cubi di sedimenti, per approfondire i fondali del porto sino a -12,5 mt , nel rifacimento del primo lotto di banchine esistenti (per oltre 6,5 km) per adeguarle ai nuovi fondali e nella realizzazione di una nuova banchina della lunghezza di oltre 1.000 mt in Penisola Trattaroli a servizio di una nuova area portuale da destinarsi principalmente a Terminal Container. La Seconda Fase del Progetto, del valore complessivo 230 milioni, interamente finanziati (sul punto il presidente Daniele Rossi ha dichiarato a Il Sole 24Ore che per 45 milioni sono in corso contatti con Cdp e Bei, ndr) con risorse derivanti dal Fondo Infrastrutture del Ministero e da risorse derivanti dal PNRR, oltre che da risorse della stessa Autorità, prevede l’adeguamento di ulteriori banchine, l’approfondimento dei fondali a -14,50 mt e la realizzazione di un impianto di trattamento dei materiali risultanti dall’escavo. Il progetto definitivo è stato redatto e dopo aver ottenuto le relative autorizzazioni ambientali, sarà posto a bando di gara”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY