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Nuova diga e piano straordinario di Genova: Signorini ufficializza lo slittamento dei tempi
Genova – Le tempistiche per la costruzione della nuova diga di Genova subiscono uno slittamento inevitabile. Ad ufficializzarlo in occasione di una conferenza stampa organizzata da Assarmatori è stato in prima persona il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, confermando quanto rivelato in esclusiva da SHIPPING ITALY nelle scorse […]
Genova – Le tempistiche per la costruzione della nuova diga di Genova subiscono uno slittamento inevitabile. Ad ufficializzarlo in occasione di una conferenza stampa organizzata da Assarmatori è stato in prima persona il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, confermando quanto rivelato in esclusiva da SHIPPING ITALY nelle scorse settimane a proposito dei tempi e delle criticità che si sommano sulla strada per l’apertura dei cantieri.
Parlando del piano straordinario delle opere previsto dalla ‘legge Genova’ post-crollo del ponte Morandi, Signorini ha detto: “Avere un programma di nuove opere così corposo è un bene” ma ha ammesso che “non si potrà fare tutto e farlo nei tempi previsti. A Milano per programmi simili ci sono voluti 15/20 anni”. Poi l’ammissione: per attuarlo “servono capacità e pazienza. Ci metterei 100 mila firme a poter dire di chiudere il programma (straordinario delle opere del porto di Genova, ndr) in ritardo”, lasciando intendere che la preoccupazione oggi se le opere verranno o meno realizzate.
L’intervento più importante è senza dubbio la costruzione della nuova diga: “Prima pensavamo di poter seguire un certo iter mentre poi ci è stato detto che serve il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che è atteso per il 16 ottobre, e che l’opera dovrà essere soggetta a Via (Valutazione d’impatto ambientale, ndr)”. Alla luce di questi nuovi fattori l’avvio dei lavori slitta secondo Signorini al 2022 e, “da quando il cantiere parte l’obiettivo è terminare i lavori entro il 2026, scadenza imposta dal Pnrr, per la prima fase da 950 milioni che è completamente finanziata (500 milioni dal fondo complementare al Pnrr, 100 da un decreto del Mims, 300 milioni dalla Bei e 57 milioni dalla Regione Liguria)”. Cosa succederà ai fondi europei stanziati se al 31 dicembre 2026 la nuova diga non risulterà completata? “A quella scadenza verrà fatto dall’Europa un resoconto dello stato di avanzamento lavori e delle relative risorse impegnate: se sarà al 70% della costruzione non credo che verrà abbattuta, mentre se a quella data sarà stato affondato solo un cassone…”.
Più probabile entro il 2026, secondo Signorini, la conclusione di altri interventi meno imponenti e costosi, fra i quali sono stati menzionati “la nuove torre piloti, la galleria ferroviaria di Molo Nuovo, il trasferimento del viadotto di Pra’, così come la nuova viabilità stradale a Sampierdarena per la quale l’avvio del cantiere è prossimo”.
Stefano Messina, presidente di Assarmatori, ha suggerito come prioritari per il porto di Genova gli interventi che riguardano l’infrastrutturazione ferroviaria.
Nicola Capuzzo