Spedizioni e mercato del lavoro: aumentano i rischi ma anche il potere contrattuale per i lavoratori
Il grande cambiamento portato dal Covid-19 nel mondo della logistica e delle spedizioni internazionali ha spinto la federazione nazionale degli spedizionieri Fedespedi a elaborare uno studio che rappresenta il punto di vista della categoria sulle competenze e sulla loro evoluzione. A parlarne, nel panel dedicato al fattore umano dei convegni inseriti nel palinsesto di Port&Shipping […]
Il grande cambiamento portato dal Covid-19 nel mondo della logistica e delle spedizioni internazionali ha spinto la federazione nazionale degli spedizionieri Fedespedi a elaborare uno studio che rappresenta il punto di vista della categoria sulle competenze e sulla loro evoluzione. A parlarne, nel panel dedicato al fattore umano dei convegni inseriti nel palinsesto di Port&Shipping Tech andati in scena a Genova nei giorni scorsi, è stato Guglielmo Davide Tassone, presidente della divisione ‘training & development advisory board’ di Fedespedi, nonché managing director di Rhenus Italia.
“C’è un forte gap dal punto di vista delle competenze nel settore, ma anche una grande differenza rispetto a quella che è la percezione del mondo del lavoro riguardo al mestiere degli spedizionieri e le competenze effettivamente in campo” ha detto Tassone, aggiungendo che “è assolutamente necessario lavorare come sistema sia con gli Istituti tecnici superiori sia con le altre parti coinvolte per poter creare una cultura del mondo delle spedizioni e di tutte le sue componenti, marittime in primis, che possano essere di continuità e di supporto per il futuro del settore”.
Lo studio, che Fedespedi aveva già avviato prima della crisi pandemica, individua fra i problemi principali da affrontare, oltre a quello noto della carenza degli autisti nell’autotrasporto, il progressivo calo di importanza entro 3/5 anni – se non addirittura il rischio di sparizione – di alcune funzioni operative rispetto a quelle di ‘natura informatica’, più allineate alla tendenza di forte aumento dell’automazione industriale.
Altro elemento emerso dallo studio è il cambiamento del rapporto di forza tra le aziende e il mondo del lavoro che evidenzia la sempre maggiore incidenza di casi in cui sono i candidati a selezionare le aziende in cui lavorare e non il contrario. Un cambio di assetto questo che per la prima volta crea l’esigenza per tutte le aziende di tutti i settori di essere attrattive verso i nuovi candidati attraverso attività di marketing e branding.
Tassone ha infine sottolineato che la pandemia ha comunque dato un’enorme visibilità mediatica al settore della logistica dimostrandone, come da tempo era ritenuto necessario, la propria importanza e strategicità. “Restano ancora alcuni problemi da risolvere, in primis gli incredibili livelli raggiunti dai noli marittimi così come la carenza di personale viaggiante dal lato camionistico” ha affermato, concludendo come risulti necessario “ripensare tutti insieme le nostre assunzioni e investire nella complessità del nostro settore, sempre più fondamentale, per raggiungere una continuità in termini di competenze che sia in grado di garantire un futuro all’intero sistema”.
C.G.
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