Lilli (Siot): “Entro 10 anni vedremo dimezzate le rinfuse liquide al porto di Trieste”
Il terminal Siot (Società italiana per l’oleodotto transalpino) è destinato a dimezzare il traffico nei prossimi dieci anni. La previsione arriva direttamente dai vertici della società e più precisamente dal presidente Alessio Lilli, anche general manager del Gruppo TAL, al quale Siot fa capo. Come riportato da Adriaports, le previsioni i di Lilli sono state […]
Il terminal Siot (Società italiana per l’oleodotto transalpino) è destinato a dimezzare il traffico nei prossimi dieci anni. La previsione arriva direttamente dai vertici della società e più precisamente dal presidente Alessio Lilli, anche general manager del Gruppo TAL, al quale Siot fa capo.
Come riportato da Adriaports, le previsioni i di Lilli sono state espresse durante un
panel inserito nel programma del Barcolana sea summit. La serie di incontri è stata organizzata nell’ambito della regata velica più partecipata al mondo tenutasi a Trieste domenica scorsa.
“Entro 10 anni a Trieste si sbarcheranno 20 milioni di tonnellate in meno di greggio” ha detto Lilli, descrivendo uno scenario destinato a diventare realtà nel futuro ‘prossimo’ dello scalo giuliano. Nel 2019 erano state oltre 43 milioni le tonnelate di rinfuse liquide sbarcate presso i pontili dello scalo giuliano, di cui 42,2 milioni di petrolio greggio e poco più di un milione di prodotti raffinati.
Le dichiarazioni del manager si inserivano nel contesto di una discussione sulla corsa verso la decarbonizzazione e le sue conseguenze dirette anche per il porto di Trieste. Lo scalo del Friuli Venezia Giulia è il primo porto d’Italia in quanto a tonnellate di merce, soprattutto grazie al petrolio greggio di Siot, società del Gruppo Tal. Una realtà che produce sul territorio un indotto economico rilevante, con ricadute che un recente studio della stessa società che gestisce i depositi costieri ha stimato intorno ai 200 milioni di euro l’anno.
Anche per questa ragione l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale guidata da Zeno D’Agostino si sta dando da fare proprio nell’ottica delle diversificazione dei traffici: container, ro-ro, petrolio greggio e con la piattaforma logistica ora anche un tentativo di rilancio nel segmento delle merci varie. L’obiettivo è quello di non restare troppo legati a singole tipologie di merci che potrebbero subire cali in qualche modo inevitabili.
“Tra 10 anni, il porto avrà sviluppato qualche alternativa?” ha chiesto Lilli alla platea del panel dal titolo ‘Innovare i porti per innovare le città’ alla quale hanno preso parte Zeno D’Agostino, Paolo Emilio Signorini (presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale), Vincenzo Vitale (Direttore marittimo Friuli Venezia Giulia), Cristian Acquistapace (Gruppo Snam), Maurizio Maresca (presidente Alpe Adria) e Roberto Gasparetto (a.d. AcegasApsAmga – Gruppo Hera).
Proprio dando seguito all’intervento di Gasparetto, Alessio Lilli ha evidenziato una proposta, peraltro già esaminata dall’Università di Trieste, in tema energetico e relativa alle navi che ormeggiano nel porto di Trieste. “Si parla tanto di elettrificazione delle banchine, ma sento poco parlare della questione in termini biunivoci. Le navi, si è detto, possono consumare fino a 1/6 della produzione della città. Ma possono anche produrla questa energia. Dobbiamo immaginare le navi come centrali elettriche che arrivano nei nostri porti” ha detto Lilli. Ai costi attuali, ha aggiunto il manager, è difficile immaginare che le navi comprino energia quando sono in banchina dal momento che il gasolio è ancora molto conveniente. “Ma – ha concluso lilli – può convenire alla nave fornire energia, specie nei momenti di picco”.
Riccardo Coretti
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