Porti: Assarmatori all’attacco dei binari in concessione esclusiva ai terminal
Assarmatori, l’associazione di categoria degli armatori aderente a Conftrasporto – Confcommercio, va all’attacco dei parchi ferroviari in concessione a singoli terminal operator denunciando profili di illiceità nella regolazione dell’accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture. Intervenendo durante una sessione dei convegni organizzata a Roma da Mercintreno, il segretario generale di Assarmatori, Alberto Rossi, ha introdotto il proprio discorso premettendo […]
Assarmatori, l’associazione di categoria degli armatori aderente a Conftrasporto – Confcommercio, va all’attacco dei parchi ferroviari in concessione a singoli terminal operator denunciando profili di illiceità nella regolazione dell’accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture.
Intervenendo durante una sessione dei convegni organizzata a Roma da Mercintreno, il segretario generale di Assarmatori, Alberto Rossi, ha introdotto il proprio discorso premettendo che “in Italia andrebbe migliorato il contesto regolatorio prima ancora di pensare ad attrarre investimenti e risorse pubbliche. I porti sono punti nevralgici per capire se e quale futuro possa avere l’intermodalità nave-treno”.
Entrando nel vivo del proprio intervento, Rossi ha proseguito affermando che “le Autorità di sistema portuale dovrebbero seguire quello che il mercato chiede”, dunque investire in infrastrutture ferroviarie se la merce effettivamente ha scelto quel determinato scalo come nodo di transito in import/export ed evitando al contrario sprechi di risorse pubbliche.
“In certi porti, a Genova e a Livorno ad esempio, alcuni terminal hanno accesso all’infrastruttura ferroviaria in maniera più agevole rispetto ad altri” e questo, secondo il segretario di Assarmatori, contribuisce a rendere alcune banchine più appetibili di altre e indirettamente dirotta potenzialmente il flusso dei container verso alcuni terminal piuttosto che verso altri. “Il gap fra imprese terminalistiche dev’essere colmato” ha proseguito Rossi, aggiungendo che il fascio di binari di un terminal “dovrebbe essere aperto a tutti; un armatore deve avere diritto di accesso a un’infrastruttura essenziale come la ferrovia”. Invece “esistono dentro le aree portuali infrastrutture intermodali che occupano aree di sedime portuale in concessione o addirittura di proprietà privata” che secondo Assarmatori rappresentano monopoli di fatto con conseguente rischio di abuso. Va ricordato che di questa associazione fanno parte alcune compagnie di navigazione che sfruttano molto il trasporto su ferro di container, fra queste Ignazio Messina e Msc (quest’ultima ha una propria impresa ferroviaria chiamata Medway Italia).
Nella stessa sessione hanno parlato anche altri due rappresentanti di associazioni di categoria. Marcello Di Caterina, direttore di Alis, ha preannunciato che nella prossima legge Finanziaria la priorità dell’associazione sarà quella di “rendere strutturali le risorse per il sostegno al trasporto combinato (Ferrobonus e Marebonus)”, così come chiederanno l’introduzione di “incentivi per l’acquisto di nuovi camion”.
Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica, durante il suo intervento ha invece proposto il concepimento di una nuova misura di incentivo al trasporto intermodale calcolato sul numero effettivo di merci o di camion trasferiti dalla strada alla rotaia.
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