Green pass, agitazioni ma nessun blocco nei porti italiani
Il venerdì nero di logistica e portualità non c’è stato, le proteste per l’entrata in vigore della normativa sul green pass, verificatesi a macchia di leopardo con diversa intensità e partecipazione, non hanno impattato se non relativamente sulla distribuzione delle merci. A Trieste, dove al varco del Molo VII si sono registrati come previsto i […]
Il venerdì nero di logistica e portualità non c’è stato, le proteste per l’entrata in vigore della normativa sul green pass, verificatesi a macchia di leopardo con diversa intensità e partecipazione, non hanno impattato se non relativamente sulla distribuzione delle merci.
A Trieste, dove al varco del Molo VII si sono registrati come previsto i maggiori assembramenti (si è parlato di circa 3-4mila persone), sulla scorta dell’iniziativa presa dal Comitato dei Lavoratori Portuali di Trieste, il varco di Riva Traiana non è stato presidiato ed è rimasto operativo, così come le banchine, al netto delle defezioni registrate dalle singole aziende (su cui non esistono al momento dati ufficiali). Soddisfatto il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Zeno D’Agostino, che aveva minacciato le dimissioni: “Il porto è al lavoro, ci sono code per i tamponi nei laboratori allestiti da noi e i treni sono partiti”.
Scenario simile, con numeri ridotti a Genova. Sempre aperto il terminal container Psa di Genova Pra’, rimasto attivo nonostante un presidio nella prima mattinata abbia rallentato l’ingresso dei camion, comunque avvenuto, e il ritmo sia stato blando, anche in ragione della scelta di spedizionieri e autotrasporto di rimandare laddove possibile gli accessi e di problematiche interne legate alla vertenza in corso con la Rsu e ai rapporti con l’autotrasporto. Secondo il terminalista “solo il 30% del personale risultato assente, circa il 10%, aveva una motivazione legata al green pass. Significativamente superiori all’ordinario, invece, le percentuali di assenza nei portuali della Culmv (articolo 17) chiamati oggi ad integrare il lavoro interno”.
Nel porto storico il varco Etiopia è stato (e resta mentre scriviamo) bloccato già dal primo mattino, successivamente e temporaneamente è toccato al varco Albertazzi e San Benigno, ma anche in questo caso i mezzi hanno potuto transitare attraverso altri ingressi e i terminal, al netto delle assenze dei propri dipendenti, hanno lavorato. Ai molti lavoratori del porto di varie appartenenze (dipendenti dei terminal, ormeggiatori, manovratori ferroviari, soci Culmv, anche delegati Filt Cgil “solidali, almeno per un giorno, con chi dissente dall’obbligo di dover pagare per coniugare due diritti come quello alla sicurezza sul posto di lavoro e quello di non vaccinarsi”) nel corso della giornata si sono aggregati dimostranti extraportuali di difficile classificazione, arrivando a toccare le 500 presenze circa e a causare interruzioni e deviazioni della circolazione su viabilità ordinaria.
Intanto la sigla autonoma Usb – protagonista del presidio e la cui posizione è stata ulteriormente ribadita e chiarita: “la norma sul green pass è uno strumento discriminatorio sui luoghi di lavoro, se si vuole vera sicurezza, servono tamponi salivari molecolari, a carico delle aziende, per i lavoratori, di ogni categoria, perché non ha senso imporre quest’obbligo a chi poi viene mandato a lavorare su navi dove vigono regole del tutto diverse e la presenza di non vaccinati/tamponati è consentita” – ha proclamato 48 ore di sciopero nello scalo a partire da lunedì 25 ottobre.
In mattinata un accesso al porto di Ancona è stato bloccato, ma nel pomeriggio la locale Adsp ha diramato una nota per spiegare che “lo scalo è sempre stato operativo anche in questa giornata di manifestazioni. Il traffico commerciale, per carico e scarico merci, non si è fermato così come il lavoro delle imprese portuali e dei servizi portuali. I mezzi che devono imbarcarsi sui traghetti per Grecia e Croazia stanno entrando normalmente”.
Nel corso della giornata Ancip, Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali, per esprimere dissenso dalla protesta di Clpt e di altre sigle portuali: “Non è così che si difende il lavoro portuale, il lavoro portuale si difende con le battaglie contro la disapplicazione della Legge speciale n.84/94 e di quelle relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro”, mentre sul fronte dell’autotrasporto, ‘travolto’ dalla circolare emessa ieri dal Mims, Unatras ha ribadito il proprio disappunto: “Almeno il 25% di camion delle imprese italiane già da questa mattina è stato costretto a fermarsi per fare largo ai vettori stranieri, innescando di fatto una forma di concorrenza distorta che danneggia un settore centrale della nostra economia. È inaccettabile che il Governo preveda un regime alternativo sulla normativa del green pass a unico vantaggio delle imprese estere!”.
A.M.
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