Confermata la sanzione da 2 Mln a Costa Crociere per pratiche commerciali scorrette
Costa Crociere dovrà pagare (salvo possibile appello) la multa inflittale nel 2019 dall’Autorità Antitrust per pratiche commerciali scorrette. Lo ha sentenziato il Tar di Roma, respingendo il ricorso della compagnia armatoriale genovese. La sanzione da 2 milioni di euro era stata comminata a Costa per due ragioni, legate a due crociere svolte nell’Oceano Indiano a […]
Costa Crociere dovrà pagare (salvo possibile appello) la multa inflittale nel 2019 dall’Autorità Antitrust per pratiche commerciali scorrette. Lo ha sentenziato il Tar di Roma, respingendo il ricorso della compagnia armatoriale genovese.
La sanzione da 2 milioni di euro era stata comminata a Costa per due ragioni, legate a due crociere svolte nell’Oceano Indiano a fine ottobre e fine dicembre del 2017. Pur essendo noto da settembre, in ragione delle informative del Ministero della Salute, che in Madagascar era in corso un’epidemia di peste, la compagnia non aveva avvisato che a viaggio iniziato (in un caso) o a ridosso del medesimo la clientela delle necessarie modifiche al viaggio.
Non solo, Costa Crociere aveva poi offerto compensazioni fuorvianti secondo l’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato, volte sostanzialmente a mascherare la facoltà di recesso senza penalità di cui i clienti avrebbero potuto beneficiare.
“Non è revocabile in dubbio che tali informazioni avrebbero dovuto essere comunicate agli acquirenti delle crociere, per consentire loro di effettuare una scelta commerciale consapevole in ordine all’effettuazione del viaggio, atteso che la decisione in merito non poteva non essere influenzata dalle condizioni sanitarie di uno dei luoghi di destinazione. L’obbligo informativo incombente sulla società organizzatrice del viaggio, del resto, non potrebbe ritenersi superato nemmeno dal fatto che fosse nota la situazione di emergenza sanitaria” ha scritto il Tar, ritenendo quindi corretta la conclusione dell’Agcm secondo cui l’omissione di una corretta informazione da parte dell’operatore professionale ha indotto il consumatore ad una scelta non consapevole”.
Quanto alla condotta seguiti in merito alla proposta di rimborso, il Tribunale l’ha ritenuta, sposando le tesi dell’Antitrust, “idonea a realizzare un indebito condizionamento delle scelte dei consumatori”. (…) “Allo stesso modo, con riferimento alla facoltà offerta ai viaggiatori di poter godere di un “bonus” pari a 150 euro da spendere nel corso della crociera, il provvedimento ha dato conto del fatto che tale bonus era idoneo ad indurre ulteriormente in errore i destinatari, occultando l’esistenza di un loro diritto a un rimborso del prezzo legato alla modifica del viaggio ovvero al recesso”. Ragion per cui “correttamente l’Agcm ha qualificato la condotta contestata come pratica commerciale aggressiva”.
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