Nuovi scioperi in arrivo sulle banchine genovesi. Doppia protesta per Psa a Pra’
L’autunno caldo sui moli genovesi prosegue, con la riproposizione delle due vertenze che hanno agitato le banchine del capoluogo ligure nelle scorse settimane. Da una parte, dopo il fermo generale dello scorso 11 ottobre, ci sono 48 ore di sciopero proclamato dall’Usb – Unione Sindacale di Base, focalizzate questa volta sul tema green pass e […]
L’autunno caldo sui moli genovesi prosegue, con la riproposizione delle due vertenze che hanno agitato le banchine del capoluogo ligure nelle scorse settimane.
Da una parte, dopo il fermo generale dello scorso 11 ottobre, ci sono 48 ore di sciopero proclamato dall’Usb – Unione Sindacale di Base, focalizzate questa volta sul tema green pass e in arrivo per lunedì. La sigla aveva coordinato e avviato la protesta contro la normativa, concretizzatasi sul finire della scorsa settimana nel blocco di alcuni varchi del porto di Genova, salvo poi sfilarsi da un’iniziativa che sul finire (sgomberato stamattina l’ultimo presidio) ha trasceso le ragioni dell’iniziativa di Usb, colorendosi di sfumature no vax.
Il tema vaccino non ha nessuna rilevanza infatti per Usb, che rivendica invece l’esigenza che il costo di una misura di sicurezza sul lavoro, quale l’obbligo di green pass è qualificato dal Governo stesso, sia declinato conseguentemente (solo il tampone è garanzia sufficientemente affidabile di non contagiosità) e soprattutto coperto uniformemente e interamente da parte datoriale: “Il Governo ha rinunciato ad assumersi le sue responsabilità e nella volontà di mantenere la situazione dentro al torbido decisionale più totale, sta scaricando sulle lavoratrici e sui lavoratori il peso di una discussione enorme e divisiva, permettendo alle imprese di servirsi della ‘calda coperta pandemica’ per destrutturare diritti, introdurre misure che poco hanno a che fare con la salute pubblica e risparmiare su quelle stesse misure necessarie a garantire l’effettiva sicurezza nei luoghi di lavoro. Esigiamo che vengano garantiti tamponi antigenici (rapidi) per tutti i lavoratori vaccinati e non, su tutti i posti di lavoro e interamente a carico delle aziende come previsto nella legge 81/2008”. Da cui i due giorni di sciopero per il 25 e 26 ottobre.
Intanto anche la Rsu del terminal Psa Pra’ (composta da delegati delle tre sigle confederali), il più grande del nord Italia, ha raddoppiato la protesta avviata poche settimane fa, proclamando altre 56 ore di sciopero da svolgersi per un’ora all’inizio e alla fine di ogni turno di tutta la settimana che va dall’8 al 14 novembre. In questo caso la querelle con il terminalista verte sulla trattativa per il rinnovo del contratto integrativo, “scaduto – si legge nel volantino di proclamazione – da quasi tre anni”.
L’iniziativa ha immediatamente scatenato la reazione di Trasportounito, associazione dell’e imprese di autotrasporto, preoccupata dai continui disagi patiti per l’accesso a un terminal come Psa Pra’.
A.M.
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