Dl infrastrutture, accontentati terminalisti e Culmv. Stop all’interesse paesaggistico sui porti
Dopo il passaggio della settimana scorsa, le Commissioni Trasporti e Ambiente della Camera sono tornate sugli emendamenti al Dl Infrastrutture, da convertire in legge entro il 9 novembre. Dopo lo stop della scorsa settimana e le proteste inscenate a Livorno, è passata la previsione, promossa da tutti i partiti di maggioranza, di prorogare parte di […]
Dopo il passaggio della settimana scorsa, le Commissioni Trasporti e Ambiente della Camera sono tornate sugli emendamenti al Dl Infrastrutture, da convertire in legge entro il 9 novembre.
Dopo lo stop della scorsa settimana e le proteste inscenate a Livorno, è passata la previsione, promossa da tutti i partiti di maggioranza, di prorogare parte di quanto previsto dall’art.199 del Dl Rilancio 2020, consentendo alle AdSP di scontare i canoni concessori anche per i mesi compresi fra agosto e dicembre 2021. Nulla da fare, invece, per la possibilità per le AdSP di finanziare i prepensionamenti degli articoli 16 e 18 (possibilità oggi riservata ai 17).
Un emendamento ad aziendam di Lega e Italia Viva permetterà poi alla sola AdSP di Genova di compensare con un ulteriore milione di euro la Culmv (il locale art.17) per le minori giornate lavorate nel 2020 rispetto al 2019.
Previsto poi dal Pd il rifinanziamento (100 milioni) del fondo al quale le AdSP possono attingere per i risarcimenti nell’ambito dei contenziosi con ex dipendenti in materia di esposizione all’amianto. Un emendamento M5S, poi, interviene a modificare la normativa sui dragaggi col fine di facilitare il riutilizzo dei materiali di escavo.
Particolarmente articolata, infine, la modifica voluta dalle relatrici (Raffaella Paita di Italia Viva e Alessia Rotta del Pd) per ridefinire l’articolo 5 della legge 84/94 (disciplina di Dpss e Prp: Documento di pianificazione strategica di sistema e Piano Regolatori Portuali).
Si prevedono fra le altre cose: la sottrazione dei porti dai luoghi di interesse paesaggistico, norma destinata a impattare innanzitutto, parrebbe, sull’iter del progetto della nuova diga foranea di Genova, per il quale non occorrerà più il parere della soprintendenza (e in futuro su chissà cos’altro); la possibilità per le Adsp con Piani Regolatori Portuali antecedenti al 1994 che, “laddove il Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale ravvisi la necessità di realizzare opere in via d’urgenza, il piano operativo triennale di cui all’articolo 9, comma 5, lettera a), possa definire, in via transitoria, la destinazione funzionale di alcune aree”: una previsione disegnata ad hoc per le esigenze di Venezia e del nuovo terminal crociere di Marghera. Paita e Rotta sono una ligure, l’altra veneta.
‘Per la diga’, inoltre, un altro emendamento delle relatrici, in base a cui la procedura di Via sarà svolta in via ordinaria (ma con priorità) dalla Commissione esistente e non da quella ‘speciale’ prevista dal Dl Semplificazioni bis, ancora da insediare (per quanto il Mite avesse rassicurato sul rispetto dei tempi).
Tra gli emendamenti approvati ieri, Conftrasporto-Confcommercio e l’associata Fai (Federazione Autotrasportatori Italiani) ne hanno infine salutato con favore uno a firma dei deputati Luciano Nobili e Silvia Fregolent e promosso da Raffaella Paita (tutti e tre di Italia Viva) che mira a mitigare il problema della carenza di autisti con una integrazione dei costi per il conseguimento della patente. Il testo, scrive l’associazione, in particolare prevede “l’erogazione di un contributo di 1.000 euro o al 50% dei costi a titolo di rimborso ai percettori del reddito di cittadinanza o di ammortizzatori, fino a 35 anni di età, che entro tre mesi dall’ottenimento della licenza, avranno stipulato un contratto di autotrasporto per conto terzi”.
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