Sindacati dei trasporti (e non solo) in agitazione sulle pensioni dei lavoratori
Come era prevedibile, l’esito degli emendamenti al Dl Infrastrutture dedicati alla portualità ha lasciato insoddisfatto il sindacato. Del resto, se la parte datoriale ha quantomeno incassato il prolungamento della possibilità per le Autorità di Sistema Portuale di scontare i canoni di concessione per tutti i soggetti autorizzati, l’intervento atto a favorire il prepensionamento dei lavoratori […]
Come era prevedibile, l’esito degli emendamenti al Dl Infrastrutture dedicati alla portualità ha lasciato insoddisfatto il sindacato.
Del resto, se la parte datoriale ha quantomeno incassato il prolungamento della possibilità per le Autorità di Sistema Portuale di scontare i canoni di concessione per tutti i soggetti autorizzati, l’intervento atto a favorire il prepensionamento dei lavoratori di imprese portuali e articoli 18 – necessario peraltro a cementare l’accordo alla base del recente (febbraio) rinnovo del Ccnl, con la costituzione di un fondo in parte privato in parte pubblico – non è invece passato.
A ciò si è poi aggiunto il dibattito sulla fine di “quota 100” e le frizioni fra Governo e segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil sul tema pensionistico. Il risultato è stato una presa di posizione forte da parte delle segreterie trasportistiche (Filt, Fit e Uiltrasporti): “Servono misure per consentire a tutti i lavoratori portuali un esodo anticipato. Il lavoro portuale ha tutte le caratteristiche del lavoro usurante a causa di esposizione ad intemperie, turni h 24, gravosità ma nonostante questo non è mai stato riconosciuto come tale. Il Governo deve colmare questa iniquità rispetto ad altri settori produttivi e consentire anche ai lavoratori portuali l’esodo anticipato oggi riconosciuto solo ad una parte di essi oltre che ad altre categorie di lavoratori dei trasporti”.
Il prosieguo della nota delle organizzazioni sindacali richiama il legame con il contratto collettivo nazionale: “È per queste ragioni che durante l’ultimo rinnovo contrattuale è stato inserito un contributo a carico delle imprese per finanziare il costituendo fondo per anticipare l’esodo di tutti i lavoratori dei porti, ma solo quelle risorse non bastano. Questo è il motivo per cui presentiamo un emendamento che prevede, a saldi invariati, l’indirizzo di risorse anche per i dipendenti dei terminal e delle imprese autorizzate ai sensi degli articoli 16 e 18 della legge 84/94”. Necessario, inoltre, definire “il decreto attuativo sull’autoproduzione delle operazioni portuali per dare seguito alla specifica norma rafforzata con l’articolo 199 bis della legge 77/2020”.
Mentre le tre sigle prevedono “specifiche iniziative di consultazione di tutti i lavoratori portuali per fare fronte unico nei confronti di chi intendesse ostacolare questi legittimi obiettivi a favore del lavoro e dei lavoratori portuali”, ai fatti sono già passate le Rsu del settore riparazioni navali di Genova, proclamando stamane 4 ore di sciopero e il blocco di Varco delle Grazie per sensibilizzare il Governo sul tema lavoro usurante.
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