Portuali in agitazione a Civitavecchia e Cagliari
Sono iniziati oggi tre giorni di sciopero proclamati da Filt Cgil e Usb per i lavoratori di Minosse, l’impresa portuale di Civitavecchia titolare dell’appalto per lo scarico del carbone presso la centrale Enel di Torre Valdaliga Nord. La vertenza prende le mosse dalla decisione dell’impresa di Stato di ridurre i volumi a partire dal 2022, […]
Sono iniziati oggi tre giorni di sciopero proclamati da Filt Cgil e Usb per i lavoratori di Minosse, l’impresa portuale di Civitavecchia titolare dell’appalto per lo scarico del carbone presso la centrale Enel di Torre Valdaliga Nord.
La vertenza prende le mosse dalla decisione dell’impresa di Stato di ridurre i volumi a partire dal 2022, con la conseguenza della creazione di una ventina di esuberi fra i lavoratori portuali, fra 2022 e 2023. Un incontro tenutosi venerdì scorso presso la locale Autorità di Sistema Portuale, in cui il fronte sindacale, alla luce delle movimentazioni fatte registrare negli ultimi mesi (in aumento in ragione del rialzo dei prezzi del petrolio e del gas), ha chiesto un congelamento almeno per il 2022 della decisione e l’avvio di un tavolo per la formazione e la ricollocazione presso Enel Logistics dei lavoratori interessati, non ha sortito effetti. Da qui l’avvio della protesta che consterà anche in un presidio, domani, presso l’Adsp.
Un presidio permanente sotto l’Adsp di Cagliari è stato intanto avviato dalle segreterie locali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, “per manifestare il proprio malcontento per la mancanza di soluzioni per i lavoratori del Porto Canale” ha riferito una nota sottoscritta dal segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo. “Ad oltre due anni dall’uscita del terminalista Cict non è stata trovata ancora una soluzione per il reimpiego dei lavoratori, nonostante gli annunci per l’interessamento di Q Terminals a rilevare le precedenti concessioni”.
Un tema su cui l’Adsp, in occasione della recente approvazione del bilancio previsionale, ha espresso ottimismo, puntando sul 2022 come l’anno in cui “dovrebbe anche vedere auspicabilmente definita la partita per l’assentimento in concessione del comparto contenitori del Porto Canale, sul quale continuano le interlocuzioni con diversi operatori internazionali”.
Il condizionale, tuttavia, non basta più al sindacato: “La situazione di questi lavoratori, oramai esasperati e disillusi, è diventata insostenibile e quindi va assolutamente accelerata e concretizzata la realizzazione dell’agenzia per il lavoro portuale che resta la soluzione concreta non solo per l’oggi ma anche per la prospettiva. Va profuso ogni sforzo per realizzare questo obiettivo, previsto dalla legge vigenti, ad evitare che circa 200 lavoratori e le loro famiglie cadano nel dramma della disperazione sociale. Ci attiveremo affinché lo stesso Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili metta in campo ogni sforzo possibile per inserire nella legge di bilancio la nascita della Port Agency anche a Cagliari, avendone tutti i requisiti previsti dalla legge” ha chiuso la nota, omettendo di ricordare che l’Adsp ha già promosso la creazione e autorizzato nel 2018, in tutti i porti sotto la sua giurisdizione, un fornitore di manodopera temporanea (l’Agenzia del Lavoro Portuale della Sardegna).
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