Ikea spiega come e perché ha noleggiato navi (e acquistato container)
Negli ultimi mesi Ikea si è spesso trovata al centro della scena per alcune iniziative in materia di trasporti e logistica. La multinazionale svedese ha fatto parlare di sé non solo per il suo ruolo di ‘avanguardia’ dei trasporti via mare a zero emissioni green (è tra soci dell’iniziativa Cargo Owners for Zero Emission Vessels, […]
Negli ultimi mesi Ikea si è spesso trovata al centro della scena per alcune iniziative in materia di trasporti e logistica. La multinazionale svedese ha fatto parlare di sé non solo per il suo ruolo di ‘avanguardia’ dei trasporti via mare a zero emissioni green (è tra soci dell’iniziativa Cargo Owners for Zero Emission Vessels, che punta ad azzerarle entro il 2040), ma anche per la scelta di noleggiare ‘in proprio’ navi container così come per quella di riposizionare parte della produzione dei suoi mobili dall’Asia al Mediterraneo.
Queste decisioni sono state ora meglio circostanziate da Susanne Waidzunas, a capo della divisione supply chain operation dell’azienda, a Loadstar in occasione della Cop26, cui Ikea sta partecipando.
L’azienda, ha premesso innanzitutto la manager, si approvvigiona in 50 diversi mercati e vende i suoi prodotti in circa 60 paesi. Pertanto le difficoltà cui si è trovata a far fronte sono state variegate.
In questo contesto, Waidzunas ha voluto chiarire che la scelta di noleggiare portacontainer (“molto poche”, ha precisato) è stata presa in collaborazione con i carrier di cui è solitamente cliente – dunque non in opposizione o contrasto a loro – e che non porterà in futuro a un suo controllo più diretto della logistica. “Non è parte del nostro core business e richiede un modello operativo completamente diverso” ha tagliato corto” Waidzunas, che poi ha ribadito come quella del noleggio non fosse la “strategia principale” di Ikea.
Con le stesse shipping company l’azienda ha anche finalizzato l’acquisto di alcuni container, ad oggi già rivenduti.
Il charter diretto di navi non è stata però l’unica iniziativa dell’azienda per far ‘uscire’ le merci necessarie per i suoi approvvigionamenti. In collaborazione con gli operatori logistici con cui lavora solitamente Ikea, ha spiegato Waidzunas, ha utilizzato anche i trasporti ferroviari per importarle in Europa dalla Cina, e ha fatto lo stesso per le importazioni dal Vietnam.
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