Confetra chiede al Governo un ‘tavolo software’ per la logistica italiana
Roma – “La competitività internazionale si gioca sulla logistica”, per questo è “necessario costruire una filiera logistica italiana forte”. Questo il messaggio che Confetra recapita oggi al governo dal palco dell’Agorà. in un momento storico dove il Covid ha reso evidente l’importanza che ha il sistema logistico per le imprese italiane e per la popolazione, […]
Roma – “La competitività internazionale si gioca sulla logistica”, per questo è “necessario costruire una filiera logistica italiana forte”. Questo il messaggio che Confetra recapita oggi al governo dal palco dell’Agorà.
in un momento storico dove il Covid ha reso evidente l’importanza che ha il sistema logistico per le imprese italiane e per la popolazione, pur evidenziandone anche le difficoltà. All’indomani di una crisi che ha coinvolto tutti e che ha messo a dura prova anche il sistema logistico del Paese (si veda ad esempio la questione Green Pass) è il momento, secondo la Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica, di ripensare questo sistema.
Le richieste all’esecutivo sono quelle di “aprire un vero e proprio ‘Tavolo Software’ con il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili che ci consenta di lavorare finalmente su politiche industriali per il settore, digitalizzazione, internazionale, ex works, semplificazioni. Le riforme a costo zero vanno fatte subito” sottolinea il presidente di Confetra, Guido Nicolini.
Logistica al servizio dell’import/export
Secondo le informazioni rese noto dalla Confederazione oggi la media europea delle vendite in export franco fabbrica è del 23%: ciò significa che le imprese produttrici estere che esportano lo fanno costruendo anche le proprie filiere logistiche, controllando quindi non solo l’intero processo di produzione, ma anche quello di distribuzione, generando quindi un valore maggiore e più diffuso. In Italia la media è invece del 73% e, finché sarà prevalentemente il compratore estero a “venirsi a prendere la merce”, la nostra logistica continuerà a essere in posizione di sudditanza rispetto a competitor stranieri che continuano a governare i flussi internazionali. Nel nostro Paese abbiamo tre volte il numero di imprese di autotrasporto operanti in Germania, ma con 1/4 dei volumi tedeschi: “Ciò significa un’offerta di vezione stradale debole e frammentata”.
Transizione digitale
Ciò che chiede Confetra è una Logistica 4.0. Su 110 mila imprese operanti in Italia, circa l’85% ha meno di 9 addetti e fatturati da microimpresa o piccola impresa. Con un tessuto imprenditoriale che ha questo profilo, la “transizione digitale” rischia di essere un miraggio. Investono in quella direzione le imprese che hanno liquidità, o che sono finanziabili dal sistema bancario. Le Pmi che mediante la digitalizzazione dei processi potrebbero avere vantaggi sul mercato oggi in Italia presentano un livello inferiore di adeguamento alla digitalizzazione rispetto alla media europea anche perché l’offerta di soluzioni digitali non è sempre adatta alle richieste delle imprese meno dimensionate.
Transizione burocratica
L’Italia è l’unico Paese in Europa con oltre 400 procedimenti amministrativi e di verifica che oggi gravano sulla merce e sui vettori posti in capo a 19 diverse pubbliche amministrazioni e che ha pertanto l’assoluta necessità di introdurre uno Sportello Unico dei Controlli, non solo Doganali, ed è uno dei pochi Paesi in Europa che non ha aderito alle Convenzioni internazionali per l’adozione della lettera di vettura elettronica. La definitiva approvazione del relativo regolamento ministeriale metterà una pezza a questa criticità anche se fino alla completa attuazione del Sudoco continueranno a esistere possibili doppi controlli sulle merci da parte di Dogane e Guardia di Finanza più varie altri verifiche da parte ad esempio dell’Usmaf.
Oltre a ciò la confederazione presieduta da Guido Nicolini ricorda che l’Italia regola i rapporti commerciali civilistici delle spedizioni internazionali ancora sulla base delle regole del Codice Civile che recepisce un Regio Decreto del 1942. In tema di regolazione tariffaria dei trasporti sottolinea come, mentre negli altri Stati europei vengono regolate solo le reti gestite in regime di monopolio, in Italia alle competenze del Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibili sono state sovrapposte quelle di altre Autorità, a partire dall’Autorità di regolazione dei trasporti, che stanno via via proliferando. “Infine gli altri Stati comunitari non sono cattivi pagatori come quello italiano, non solo nei confronti dei creditori commerciali, ma anche nei confronti degli operatori che vanno a credito con le imposte e devono attendere oltre un anno per i rimborsi” rileva ancora Confetra.
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza va nella giusta direzione secondo la confederazione dei trasporti. “Il fatto stesso che circa il 25% delle risorse tra Pnrr e relativo Fondo Complementare siano destinate al macro settore della mobilità, dei trasporti e della logistica ci fa capire quanto sia ormai matura la consapevolezza che attorno all’evoluzione di questo comparto si gioca forse il pezzo più decisivo del rilancio dell’economia del Paese. Un comparto trasversale e indispensabile all’industria manifatturiera come al turismo, all’agricoltura come all’edilizia, al rilancio dei consumi come alle grandi questioni di sicurezza energetica e approvvigionamento di materie prime del Paese”.
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