Monti: “Il Mims anticiperà i finanziamenti previsti per le opere. Falso allarme sui dragaggi”
Ha destato preoccupazione a Palermo la notizia di pochi giorni del ritiro da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del bando lanciato lo scorso agosto per cercare di ottenere un’anticipazione sulle risorse garantite all’ente (106,5 milioni di euro) dal decreto ministeriale 353 dell’estate 2020 per riqualificazione del Molo Trapezoidale (25,5 milioni di euro) e realizzazione di […]
Ha destato preoccupazione a Palermo la notizia di pochi giorni del ritiro da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del bando lanciato lo scorso agosto per cercare di ottenere un’anticipazione sulle risorse garantite all’ente (106,5 milioni di euro) dal decreto ministeriale 353 dell’estate 2020 per riqualificazione del Molo Trapezoidale (25,5 milioni di euro) e realizzazione di un nuovo bacino di carenaggio da 150mila tonnellate (81 milioni di euro).
“La problematica l’avevo già sollevata all’epoca: è assai complesso per le Autorità di Sistema Portuale finanziare spese da realizzarsi in pochi anni quando la contribuzione statale a copertura prevede, come nel caso specifico, un’erogazione in 15 anni, è una tempistica che non soddisfa le richieste di garanzia da parte delle banche” ha spiegato Pasqualino Monti, presidente dell’ente portuale siciliano.
“Da mesi il tema è all’attenzione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili: i progetti sono in stato avanzato e vanno chiusi entro 2022 e 2025, abbiamo già speso, ricorrendo alle nostre risorse, 18 dei 106,5 milioni, ma non avremmo potuto fare molto di più. Per questo ad agosto lanciammo il bando. Nel frattempo, però, il Ministero ci ha garantito che in legge di bilancio sarà inserita una norma per anticipare a 4-5 anni l’erogazione dei fondi, ragion per cui abbiamo deciso di interrompere la gara” ha aggiunto Monti.
Intanto l’Adsp è stata investita da un’ulteriore polemica. Le associazioni Unione provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori, Confsal Sicilia, Sicilia Antica di Trapani e Circolo Intercomunale MCL Azione Cristiano-Sociale di Trapani hanno diffuso una nota alla stampa locale denunciando presunti rischi ambientali nel progetto di dragaggio del porto di Trapani: “In particolare, i sedimenti del fondale, emerge dai documenti, vengono indicati nelle relazioni dell’Autorità portuale come prevalentemente contaminati, per poi essere più frequentemente ed inverosimilmente trattati con metodo sperimentale (quindi non certamente sicuro) giudicati come aventi qualità pari se non addirittura superiore ai componenti della superficie dell’incontaminato sito scelto per l’immersione dei fanghi, confinante con una vasta e rigogliosa prateria di Poseidonia oceanica, che rischia di morire a causa di sostanze in sospensione che le toglierebbero la luce solare vitale. (…) Con l’atto di diffida le organizzazioni firmatarie chiedono alle autorità competenti di revocare la decisione di sversare i fanghi nello specchio di mare prossimo a San Vito Lo Capo e a Monte Cofano, e a disporre affinché il deposito dei sedimenti contaminati dei fondali del porto di Trapani sia effettuato, come previsto inizialmente, via terra con 40.000 (nella migliore delle ipotesi 18.000) viaggi di andata e ritorno di camion appositamente attrezzati”.
Per rintuzzare le accuse Monti ha diffuso a sua volta una nota: “È falsa l’affermazione che verranno sversati rifiuti contaminati in mare, in una zona vicina alle riserve di Monte Cofano e ai siti protetti di San Vito Lo Capo: si prevede, ai sensi di legge, lo sversamento in mare dei soli sedimenti non contaminati, e cioè di quei sedimenti che costituiscono risorse del mare e che debbono appartenere al mare, in quanto hanno caratteristiche fisico-chimiche idonee a tale scopo. Da evidenziare, inoltre, che la scelta del sito di sversamento è stata fatta sulla base di una rigida procedura di valutazione e confronto che ha visto coinvolti professionisti e specialisti in materia e l’Università Kore, che ha individuato l’area in oggetto sulla base di approfonditi studi condotti, passando da uno specifico studio idraulico marittimo alla caratterizzazione del sito di immersione da parte di una società specializzata (…). Altrettanto non vera è la seconda affermazione, quella secondo cui l’Autorità di Sistema Portuale, dopo avere eseguito un’analisi di mercato sulle discariche, per risparmiare denaro, abbia scartato tale soluzione per un’altra eterea non meglio individuata. Invece, a seguito di prove sperimentali, eseguite sugli attuali sedimenti inquinati del porto, è stato individuato il trattamento idoneo a separare la parte inquinata dalla matrice sedimentologica, prevendo la destinazione degli elementi inquinati nelle discariche autorizzate e il riutilizzo (come vuole la legge) del sedimento depurato. Priva di fondamento l’affermazione che detta previsione sia fatta per economia di previsioni, considerato che tale processo, di fatto, realizza solo un beneficio in termini ambientali (recupero risorsa del mare + minore intasamento delle discariche + minori trasporti)”.
Da evidenziare come il progetto stia percorrendo l’iter approvativo previsto, con l’incardinamento presso il competente assessorato regionale delle procedure di Valutazione di Incidenza Ambientale e Valutazione Ambientale Strategica, in seno alle quali non risultano presentate osservazioni dalle summenzionate associazioni: “Le disamine condotte sono in via di ultimazione e non hanno evidenziato problematiche. Contiamo si concludano per fine mese” ha chiuso Monti.
A.M.
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