Doppio ‘sconto’ dall’Antitrust a Moby per “condizioni economiche problematiche”
Dopo l’annuncio dei diretti interessati, l’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato nel bollettino di questa settimana ha pubblicato la delibera con cui ha stabilito di abbassare da 29 a 1 milione di euro la sanzione comminata nel febbraio 2018 per abuso di posizione dominante a Moby e Compagnia Italiana di Navigazione (Tirrenia). […]
Dopo l’annuncio dei diretti interessati, l’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato nel bollettino di questa settimana ha pubblicato la delibera con cui ha stabilito di abbassare da 29 a 1 milione di euro la sanzione comminata nel febbraio 2018 per abuso di posizione dominante a Moby e Compagnia Italiana di Navigazione (Tirrenia).
L’Antitrust ripercorre tutti i passaggi salienti della vicenda, dall’istruttoria al provvedimento, soffermandosi in particolare sulle sentenze pronunciate dalla giustizia amministrativa a valle dell’impugnazione da parte delle società del gruppo Onorato Armatori ed evidenziando come “la sentenza del Consiglio di Stato abbia definitivamente convalidato una parte consistente del Provvedimento dell’Autorità. Tale considerazione vale anzitutto con riferimento alla definizione dei mercati rilevanti, all’individuazione di una posizione dominante in capo a Moby/Cin su tali mercati, nonché, in particolar modo, all’accertamento dell’esistenza e della portata anticoncorrenziale di un abuso escludente realizzato da Moby/Cin”.
L’Agcm, poi, rimarca come il Consiglio di Stato abbia ritenuto non sufficientemente provato il “boicottaggio indiretto” ma abbia confermato la tesi del “boicottaggio diretto” (“composto di mancati imbarchi, di rifiuti di prenotazioni e dell’improvvisa risoluzione dei contratti”), e come quest’ultimo “costituisca un illecito grave”. Altro elemento determinante di valutazione è legato alla durata della condotta illecita da parte di Moby e Cin, che i tribunali amministrativi hanno ritenuto comprovata per 15 mesi, contro i 29 del provvedimento dell’Antitrust.
Tutto questo porta alla rideterminazione della sanzione a 4 milioni di euro, un valore che però è stato ulteriormente ridotto. Al garante non è infatti ignoto – anche perché sottolineato dalle imprese stesse – che Moby e Cin versano in “condizioni economico-finanziarie problematiche”, condizioni che per la legge debbono “essere tenute in debita considerazione. Ciò conduce a ritenere ragionevole un’ulteriore riduzione dell’ammenda da comminare a Moby/CIN. Al contrario, ciò non vale a ritenere che nel caso di specie ricorrano i presupposti per poter applicare una sanzione di importo simbolico, come invocato dalla Parte (Moby e Cin, ndr), trattandosi, per le ragioni suesposte, di un illecito qualificabile come grave”.
Da qui il taglio ulteriore del 75% che ha portato l’ammenda da 4 a 1 milione di euro.
A.M.
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