Caronte&Tourist polemizza con la Regione Siciliana e avvia licenziamenti collettivi
La possibilità che i servizi di collegamento con le isole minori siciliani siano prorogati alle compagnie che attualmente li operano è tutta da definire. Ad avanzare l’ipotesi, quasi dandola per scontata, era stato pochi minuti fa l’assessore alla Mobilità Marco Falcone, a valle della gara andata deserta per la riassegnazione quinquennale dei servizi, sovvenzionati nel […]
La possibilità che i servizi di collegamento con le isole minori siciliani siano prorogati alle compagnie che attualmente li operano è tutta da definire.
Ad avanzare l’ipotesi, quasi dandola per scontata, era stato pochi minuti fa l’assessore alla Mobilità Marco Falcone, a valle della gara andata deserta per la riassegnazione quinquennale dei servizi, sovvenzionati nel complesso con circa 300 milioni di euro. Una nota appena fatta circolare da Caronte&Tourist, però polemizza con la Regione Siciliana su diversi aspetti della procedura a fa capire che una proroga è tutt’altro che certa.
“La decisione di non partecipare alle gare bandite dalla Regione Siciliana per i servizi integrativi di Trasporto Pubblico Locale marittimo – sono le parole attribuite a Tiziano Minuti, responsabile del personale e della comunicazione del Gruppo Caronte & Tourist – ha origine da valutazioni oggettive sui contenuti tecnici ed economico/finanziari dei bandi. Ci riferiamo in particolare ai vincoli per l’età massima del naviglio, evidentemente escludenti per i noti requisiti anagrafici della nostra flotta; alla generalizzata riduzione della base d’asta; ai maggiori oneri legati alla previsione dei costi operativi indeducibili; all’inasprimento delle penali per mancata sostituzione del naviglio fuori servizio entro le 96 ore – tali da vanificare in questi casi, tutt’altro che infrequenti e/o improbabili, la redditività prevista – e alla peculiare parametrizzazione del margine di remunerazione contrattuale massimo cui l’esercente può aspirare, che lo rende del tutto inadeguato rispetto al rischio d’impresa cui esso si sottopone. In altre parole, non si garantisce un margine di profitto ma si preannuncia una perdita quasi certa”.
Nella nota il gruppo, lamentando “un difetto o una carenza d’istruttoria (nella valutazione dei reali bisogni dei territori e sulle effettive necessità operative, ma anche nella valutazione delle esigenze delle platea dei potenziali armatori interessati)”, ha confermato anche di aver impugnato al Tar il bando.
E, sottolineando la continuità del servizio fino a fine anno, precisa, come detto, che la proroga non è scontata, ventilando, come prevedibile, lo spettro di licenziamenti collettivi di massa: “Come contrattualmente previsto, continueremo a garantire il servizio fino al 31 dicembre 2021. Nelle more, tuttavia, non possiamo esimerci dall’avviare le procedure di licenziamento collettivo del personale fino a oggi impiegato sulle tratte oggetto di gara”.
Alla Regione la proroga costerà comunque salata.
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