Si restringe la flotta italiana: nuovo calo del 6,1% della portata lorda complessiva
Contrazione in termini di numero di unità, di valore economico e di portata lorda complessiva. È questo in sintesi lo stato di salute della flotta mercantile italiana così come fotografato nell’ultima Review of Maritime Transport dell’Unctad, la conferenza delle Nazioni Unite su commercio e sviluppo. Elaborata in gran parte sulla base di dati di Clarksons […]
Contrazione in termini di numero di unità, di valore economico e di portata lorda complessiva. È questo in sintesi lo stato di salute della flotta mercantile italiana così come fotografato nell’ultima Review of Maritime Transport dell’Unctad, la conferenza delle Nazioni Unite su commercio e sviluppo.
Elaborata in gran parte sulla base di dati di Clarksons Research, l’analisi evidenzia innanzitutto come la flotta tricolore risulti ridimensionata numericamente nel corso dell’ultimo anno. Complessivamente le navi di shipping company italiane con stazza lorda superiore alle 1.000 tonnellate nel 2021 sono infatti 651 (lo scorso anno erano 678), delle quali 481 battenti bandiera nazionale e le restanti 170 vessilli esteri, una proporzione tra i due insiemi in linea con quella della rilevazione precedente (rispettivamente 499 e 179 nel 2020).
Le unità di compagnie marittime italiane, come accennato sopra, perdono terreno anche guardando alla portata lorda complessiva che, rispetto alla precedente rilevazione, passa da 17.405.353 a 16.197.223 tonnellate, un dato che comunque permette alla Penisola di mantenere la 25esima posizione nella classifica mondiale. Nel dettaglio, 10.296.714 sono le tonnellate riconducibili a navi battenti bandiera italiana e 5,9 milioni quelle relative a unità battenti bandiera estera, una quota pari al 36,43% del totale (in linea con il 36,7% del 2020).
Le cose cambiano, ma non di molto, ampliando lo sguardo a tutte le unità commerciali con stazza lorda superiore alle 100 tonnellate. Secondo il report le navi italiane con queste caratteristiche sono infatti circa il doppio, ovvero 1.296 e in grado di offrire 11.255.000 tonnellate di portata lorda. Cifra, questa, che rappresenta lo 0,5% del totale della flotta globale e che mostra però anche un calo del 6,1% rispetto alla rilevazione precedente (in cui già si era osservato un decremento del 10,8% di stiva in Tpl rispetto a dodici mesi prima). L’analisi dell’Unctad evidenzia inoltre che la portata lorda media delle navi delle shipping company italiane è oggi di 8.685 tonnellate (valore anch’esso in calo rispetto alle 9.124 tonnellate del precedente report).
L’ultima review (2021) della Conferenza dell’Onu offre infine un riscontro anche sul valore della flotta in questione. Tornando nel perimetro delle unità con stazza lorda superiore alle 1.000 tonnellate, secondo l’Unctad a inizio 2021 l’Italia si collocava in questa classifica in 16esima posizione, un gradino più in basso rispetto allo scorso anno. In particolare la flotta delle compagnie marittime italiane valeva complessivamente 18 miliardi di dollari (in calo dunque rispetto ai 18,51 rilevati a inizio 2020), con declini osservati in quasi tutti i segmenti analizzati. Nel dettaglio, risultava pari a 1,116 miliardi di dollari il valore delle navi bulk carrier (in discesa dai precedenti 1,162 miliardi), a 2,441 quelle delle unità offshore (dai precedenti 2,655 miliardi), a 1,866 miliardi quello delle navi cisterna (dai 2,319 miliardi della precedente analisi), a 256 milioni quelle delle gasiere (da 305 milioni), a 1,801 il valore delle unità general cargo (da 2,068 miliardi), a 418 milioni il dato delle chemical tanker (contro i precedenti 553 milioni). In controtendenza solo traghetti e navi passeggeri (il cui valore passa da 8,944 a 9,475 miliardi di dollari) e le portacontainer (da 4 a 6 miliardi), così come le unità classificate come ‘altro’ (da 504 a 621 milioni di dollari).
Da evidenziare infine che in questa classifica l’Italia è preceduta al 15esimo posto da Taiwan (valore complessivo della flotta di 18,304 miliardi), paese che ha incrementato in modo più marcato la sua quota di mercato della flotta globale insieme alla Corea del Sud nell’ultimo anno, passando da una fetta pari all’1,49 all’1,86% del totale.
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