Legato a ‘clausola container’ e Superba il rinnovo di Trge. Via alla Via della diga
Ci sono voluti due mesi abbondanti, ma domani Commissione Consultiva e Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale di Genova, saranno chiamati a votare la delibera per il rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse Genova, joint venture fra il Gruppo Spinelli (55%) e Msc (45%) dedicata, dopo un Adeguamento tecnico-funzionale nel 2019, non solo alle […]
Ci sono voluti due mesi abbondanti, ma domani Commissione Consultiva e Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale di Genova, saranno chiamati a votare la delibera per il rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse Genova, joint venture fra il Gruppo Spinelli (55%) e Msc (45%) dedicata, dopo un Adeguamento tecnico-funzionale nel 2019, non solo alle rinfuse ma anche (su più di metà dei 97mila mq a disposizione) a rotabili, merci varie e container.
Alla fine di settembre la procedura si arenò in dirittura di arrivo a causa di non meglio precisate contrarietà di Consultiva e Comitato. Di merito, in aggiunta ai rilievi sui tempi ridotti concessi dall’ente per l’esame dei documenti. Perplessità, forse, su un atto che, dopo l’intervento degli uffici dell’ente (a ridimensionare pretese, da 40 a 30 anni, e promesse, da 92 a 75,7 milioni di euro di investimenti), vidimava un importante piano di impresa: nella costanza delle merci varie e nella residualità dei container (39mila Teus a regime), a fronte di un calo ‘fisiologico’ nel traffico di rinfuse del 18,7%, si prevede infatti nel giro di 10 anni un aumento dell’occupazione del 93% e dei rotabili (la punta di diamante) del 268%. Vero che il trend di questa merceologia è uno dei più positivi, ma negli ultimi 10 anni la crescita a Genova è stata del 13,3%.
Ad ogni modo non è di questo che si è discusso per due mesi. La delibera, infatti, è identica alla precedente per 27 pagine. Solo in chiusura si aggiunge un paragrafo di una dozzina di righe per formalizzare la necessità di una clausola nella concessione che, qualora l’ente, a seguito dei lavori infrastrutturali pianificati (cioè la nuova diga foranea), dovesse decidere di mutare “assetti strutturali e funzionali delle aree” (cioè destinarle a traffico contenitori), gli consenta di revocare il titolo, previo indennizzo per il concessionario e possibilità per il medesimo di proporre una coerente modifica del piano d’impresa e un’istanza per il mantenimento della concessione.
Destinata a far discutere, in proposito, la previsione che a pagare l’indennizzo sia non l’AdSP ma l’eventuale concessionario subentrante. In sostanza succederà questo: Trge comincia oggi a comprare gru per rinfuse, merci varie e rotabili; fra 10 anni l’Adsp trasforma il terminal in full container; Trge (il cui azionista le merci varie e i rotabili continua e continuerà a farli due calate più a ponente) si candida a tenersi l’area per la nuova merceologia, eventualmente competendo con chi, coeteris paribus, dovrà indennizzarlo per equipment per lui inutili.
Da evidenziare poi come in quest’arco di tempo il contesto di sfondo abbia subito alcuni significativi mutamenti. Come si ricorderà, la delibera era (ed è rimasta) articolata in due proposte. Una è relativa alla proroga a Trge, l’altra “all’inammissibilità/reiezione e, comunque, alla non comparabilità” di un’istanza su parte delle aree del Terminal Rinfuse presentata da Superba. È la società del Gruppo Pir di cui pochi giorni fa l’AdSP ha pubblicato l’istanza per un’altra area (Ponte Somalia), anch’essa da destinarsi al trasferimento dell’attività oggi esercitata altrove (movimentazione di prodotti chimici, anche infiammabili).
Un’istanza inammissibile, scrive l’ente, anche perché “non conforme alle scelte pianificatorie definitive esercitate medio tempore dall’Ente le quali, con riferimento al compendio di cui trattasi”, non prevedono “fra le funzioni ammesse movimentazione e stoccaggio di rinfuse liquide”. Esattamente come per Ponte Somalia. Deve esser per questo motivo che la società di Pir nella propria istanza per quell’area ha precisato di ritirare altra domanda relativa a spazi dell’attuale terminal Messina, mantenendo tuttavia “confermate, anche nella relativa gradazione e rilevanza (cioè l’una subordinata al diniego dell’altra), le istanze” relative ad ex aree Enel (domanda inevasa da 4 anni dall’Adsp) e appunto allo stesso Trge. Come dire: se su Ponte Somalia non dovesse andare, siamo pronti al contenzioso su Trge.
Intanto proprio sul fronte diga si registrano alcune novità.
La procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, che da oltre due mesi risultava sul sito del Ministero della Transizione Ecologica “in sospeso” è ripartita. Ieri infatti sono stati pubblicati dal dicastero i documenti progettuali ed ha iniziato a decorrere il termine di 30 giorni (invece di 60 in virtù della legislazione straordinaria cui l’opera è soggetta) per le osservazioni. Resta da capire se nei 160 giorni previsti il Mite riuscirà ad adottare il provvedimento, dato che a tutt’oggi la Commissione deputata non risulta insediata (Commissione tecnica Pnrr-Pniec).
Nondimeno, il commissario straordinario all’opera, il presidente dell’Adsp Paolo Emilio Signorini, ha appena avviato la procedura per aggiudicare la verifica della progettazione definitiva ed esecutiva (a sua volta oggetto di procedura avviata pochi giorni fa). Anche in questo caso nessuna gara ma invito a manifestare interesse ad una negoziazione. L’appalto vale 5 milioni di euro e, in termini di requisiti, l’avviso esplicita che “non dovranno sussistere cause di conflitto d’interesse con il soggetto aggiudicatario del servizio di PMC, affidato alla società Rina Consulting S.p.A”: il contenzioso in corso avviato da Progetti Europa&Global proprio per il presunto conflitto di Rina Consulting con il verificatore della progettazione di fattibilità tecnico-economica, Rina Check, è sufficiente.
Andrea Moizo
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