Natuzzi ha speso oltre 5 mln di euro in noli container nel terzo trimestre 2021
Natuzzi Spa, azienda barese produttrice di divani, famosa in tutto il mondo e quotata al Nyse, ha pubblicato nei giorni scorsi il report relativo al suo andamento nel terzo trimestre 2021 che come i due precedenti è stato caratterizzato dal peso crescente dei costi dedicati alla logistica e in particolare di quelli sostenuti per pagare […]
Natuzzi Spa, azienda barese produttrice di divani, famosa in tutto il mondo e quotata al Nyse, ha pubblicato nei giorni scorsi il report relativo al suo andamento nel terzo trimestre 2021 che come i due precedenti è stato caratterizzato dal peso crescente dei costi dedicati alla logistica e in particolare di quelli sostenuti per pagare i noli container per le sue spedizioni (oltre ad avere produzioni localizzate in diverse aree – ad esempio in Italia, in Romania e in Cina – la società esporta infatti i suoi prodotto in 110 paesi).
L’azienda, che nel periodo ha sviluppato ricavi per 101,8 milioni di euro (il 20,7% in più che nel terzo trimestre del 2020), nello stesso intervallo di tempo ha svelato di avere dovuto sostenere spese operative per 37,1 milioni di euro (il 36,4% dei ricavi), di cui i soli costi legati al trasporto sono stati pari a 13,4 milioni di euro.
Di questo importo già alto (superiore per 6,2 milioni a quello registrato nel terzo trimestre 2020) e pari al 13,1% dei ricavi generati nello stesso periodo, una quota consistente è stata dedicata in particolare a pagare i noli per le spedizioni via mare dei suoi container.
Secondo Natuzzi questi hanno pesato in particolare per 5 milioni di euro di costi, la maggior parte dei quali “riguardanti le rotte Nord America – Far East”. Altri 500mila euro di spese di trasporto aggiuntive sono invece attribuite dai vertici al fatto di avere utilizzato una “diversa geografia dello shipping”, avendo cioè fatto viaggiare nel trimestre più merci su rotte di lunga percorrenza che nel corrispondente Q3 del 2020.
Piuttosto pessimista rispetto a un ritorno a breve alla normalità dei trasporti e delle supply chain globali, l’azienda ha comunque da tempo messo in atto diverse contromisure per arginare queste difficoltà, una delle quali rappresentata dal near-shoring di alcune produzioni, con lo scopo precipuo di ‘tagliare’ le spese del trasporto via mare. La trasformazione riguarderà in particolare la produzione della linea Natuzzi Edition per il mercato nordamericano, oggi realizzata in Cina, che verrà spostata in Messico.
Al riguardo il presidente dell’azienda, Pasquale Natuzzi, nella conference call che è seguita alla pubblicazione dei risultati, ha commentato: “Il costo del materiale in Messico ad oggi è molto, molto, molto più alto che in Cina”. Ciononostante “il risultato che abbiamo ottenuto nelle ultime due settimane è che [comunque] il costo del prodotto finale in Messico è lo stesso che in Cina, compreso il dazio che paghiamo, che incide per circa il 12%, 13%”. In altre parole “il costo del trasporto è semplicemente incredibile, molto, molto, molto, molto alto”, ha aggiunto Natuzzi, che infine ha anche osservato come, anche per via delle relazioni in via di deterioramento tra Cina e Stati Uniti, “sembra che tutti gli americani stiano cercando di trasferirsi in Messico dalla Cina, perché il costo del trasporto è semplicemente proibitivo”.
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