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Pacella (Grimaldi): “Sostenibilità significa anche maggiore accesso al credito”
Dal prossimo anno si assisterà a un cambio di paradigma ancora più netto nell’accesso al credito da parte delle imprese, comprese quelle del mondo trasporti e logistica. “Chi farà iniziative sostenibili accederà a liquidità molto più rilevanti”. Lo ha sottolineato parlando in occasione dell’assemblea di Alis appena andata in scena a Roma l’amministratore delegato di […]
Dal prossimo anno si assisterà a un cambio di paradigma ancora più netto nell’accesso al credito da parte delle imprese, comprese quelle del mondo trasporti e logistica. “Chi farà iniziative sostenibili accederà a liquidità molto più rilevanti”.
Lo ha sottolineato parlando in occasione dell’assemblea di Alis appena andata in scena a Roma l’amministratore delegato di Grimaldi Group, Diego Pacella, dicendo: “Ci sono enormi novità positive di cui si parla poco, una tra le più importanti riguarda la finanza sostenibile, che esiste da tempo, e che si è molto sviluppata negli ultimi 10 anni”.
“Parliamo – ha proseguito – dei prodotti finanziari offerti a risparmiatori e fondi che hanno sempre più spesso rispondenza ai criteri Esg (Environmental, Social and Governance, ndr). Di fatto questa categoria di prodotti è in forte crescita. Nel 2021 ne sono stati emessi per 360 miliardi di euro, tre anni fa per meno della metà. Questa rispondenza ai criteri Esg non risponde però a norme codificate, nella migliore ipotesi s’impronta a regolamenti privati. Quindi c’è un forte rischio di greenwashing”.
D’altronde, ha proseguito Pacella, “per conseguire gli obiettivi del 2030 occorrono 3.500 miliardi i dieci anni, mentre il Next Generation Ue ne stanzia 750. Dunque la Commissione ha deciso che occorre orientare i comportamenti della finanza privata, in modo che tutta la raccolta possa essere convogliata verso investimenti coerenti con gli obiettivi della sostenibilità”.
Ma come garantirlo? “Qui s’innesta per il 2022 una forte e positiva discontinuità” ha concluso l’a.d. di Grimaldi. “La Commissione Ue ha messo insieme un gruppo di tecnici che ha lavorato per 3 anni classificando gli investimenti in tre gruppi: quelli sostenibili, quelli che lo saranno, quelli che non lo sono, e su questa base ha elaborato una tassonomia. Poi ha introdotto l’obbligo di rendicontazione sia nel prospetto informativo in cui si devono esplicitare i valori Esg dei propri investimenti, sia sul piano dei principi contabili che dovranno riflettere il rischio climatico e l’impegno per ridurlo. E ancora, sta lavorando con le grandi agenzie di rating perché il rating deve tener conto del rischio climatico”. Quindi quello che cambierà dal 2022 è che “la finanza verde, un tempo piccola frazione della disponibilità finanziaria complessiva, dall’anno prossimo diventerà la finanza tout court, e quella brown diventerà una piccola frazione del tutto. Dunque chi farà iniziative sostenibili accederà a liquidità molto più rilevanti”.