Limiti ai trasporti eccezionali: si torna indietro (e si ignorano gli ispettori ministeriali)
In vigore da poco più di un mese, la norma del Decreto Infrastrutture che ha modificato le regole sul trasporto eccezionale stradale è destinata a un nuovo intervento correttivo, volto a riportare pressoché allo status quo ante la situazione. Come si ricorderà il Dl Infrastrutture aveva ridotto la massa complessiva dei trasporti di elementi divisibili […]
In vigore da poco più di un mese, la norma del Decreto Infrastrutture che ha modificato le regole sul trasporto eccezionale stradale è destinata a un nuovo intervento correttivo, volto a riportare pressoché allo status quo ante la situazione.
Come si ricorderà il Dl Infrastrutture aveva ridotto la massa complessiva dei trasporti di elementi divisibili caricati su autoarticolati o autotreni, eliminando la possibilità del trasporto fino a 108 tonnellate (se non di un pezzo indivisibile). Come si apprende dai resoconti dei lavori parlamentari “la riduzione di questi limiti di massa era motivata dalle risultanze della commissione ispettiva ministeriale sulle cause del crollo del cavalcavia di Annone sulla S.S. 36, avvenuta il 28 ottobre 2016, in cui morì una persona e sette rimasero ferite”.
Ai parlamentari, però, è anche noto che la riduzione ha “sollevato le obiezioni delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative”. Abbastanza per indurre un gruppo di senatori leghisti a intervenire, con un emendamento al Dl Fiscale approvato nella notte fra martedì e mercoledì, per ripristinare la situazione previgente al Dl Infrastrutture, inserendo, però, a detta loro “ulteriori precisazioni legislative, che introducono cautele procedimentali per lo svolgimento dell’attività di trasporto in condizioni di eccezionalità”.
In particolare, si delegittima l’istituto del silenzio-assenso: l’autorizzazione ai trasporti eccezionali dovrà avvenire con provvedimento espresso. Poi si stabilisce che entro il prossimo 30 aprile il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, su parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici e sentite l’Ansfisa e la Conferenza unificata, con proprio decreto adotti “apposite linee guida per assicurare l’omogeneità della classificazione e gestione del rischio, nonché della valutazione della compatibilità dei trasporti in condizioni di eccezionalità con la conservazione delle sovrastrutture stradali, con la stabilità dei manufatti e con la sicurezza della circolazione”.
Da ultimo di definiscono le norme transitorie per disciplinare il settore fino a quella data.
A.M.
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