Columbia Ship Management chiama a raccolta l’armamento italiano
L’ingresso ufficiale sul mercato italiano era avvenuto già a fine 2020 con l’apertura del proprio ufficio a Genova ma quella appena andata in scena online (causa timori legati al Covid) è stata a tutti gli effetti la prima uscita pubblica di Columbia Ship Management di fronte al cluster marittimo italiano. Un comparto al quale il […]
L’ingresso ufficiale sul mercato italiano era avvenuto già a fine 2020 con l’apertura del proprio ufficio a Genova ma quella appena andata in scena online (causa timori legati al Covid) è stata a tutti gli effetti la prima uscita pubblica di Columbia Ship Management di fronte al cluster marittimo italiano.
Un comparto al quale il presidente del gruppo Mark O’Neil si è rivolto con l’obiettivo dichiarato di riportare l’armamento italiano ai fasti pre-crisi. “L’Italia negli ultimi anni ha forse sofferto più di altri paesi come la Germania ma ha grandi possibilità di ripresa. Noi vogliamo servire nuove navi, fare rientrare nel settore e ripartire le aziende che sono uscite perché si deve valorizzare le conoscenze e le competenze che lo shipping in Italia ha” sono state le parole di O’Neil di fronte a una cinquantina di stakeholder rappresentativi di società di manning, armatoriali, registri, fornitori di servizi e altri.
Per fare questo Columbia Shipmanagement Italy mette a disposizione un ampio spettro di servizi che vanno dalla gestione tecnica, commerciale, alla centrale acquisti, alla costituzione di società, alla raccolta di capitali, alla ricerca di soci, al training fino al tracciamento e al monitoraggio delle performance operative delle navi.
Non solo “financing solutions per riportare i player italiani sul mercato dello shipping” ha detto il presidente di Columbia ma un modello innovativo (per il nostro Paese) di partecipazione azionaria alla società: “Diamo la possibilità anzi suggeriamo ai nostri clienti di diventare anche azionisti perché adottiamo la massima trasparenza in quello che facciamo e vogliamo mettere a fattor comune competenze. Vogliamo essere un partner e non soltanto un fornitore di servizi”.
La prima società in Italia ad aver creduto in questo modello è Premuda che fin dalla costituzione di Csm Italy è azionista al 30% mentre il restante 70% è attualmente controllato da Columbia Shipmanagement Ltd. In questo momento sono cinque le navi bulk carrier italiane già affidate alle cure tecniche di Csm Italy sul cui ponte di comando siede Xanthos Kyriacou mentre presidente è Enrico Barbieri (direttore finanziario di Premuda).
Sempre secondo quanto rivelato da Mark O’Neil il gruppo Columbia Shipmanagement Ltd. intende ampliare ulteriormente la propria presenza in Mediterraneo e ha messo in cantiere l’apertura di nuovi uffici nel Principato di Monaco (per rivolgersi anche al mercato dei super yacht nel quale già opera con la controllata Columbia Blue) e a Malta.
Nicola Capuzzo
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