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L’assemblea generale di Angopi riunitasi a Pomezia ha appena eletto il genovese Marco Bertorello presidente dell’associazione nazionale degli ormeggiatori e barcaioli dei porti italiani. Succede a Cesare Guidi, di cui era stato nell’ultimo biennio vicepresidente.
La continuità rispetto alla passata politica associativa è anche assicurata dalla sostanziale riconferma degli organi apicali, nell’ambito dei quali Paolo Potestà, Marco Gorin e Giovanni D’Angelo, rispettivamente Presidenti/Capi Gruppo nei porti di Livorno, Venezia e Palermo, sono stati chiamati a ricoprire la carica di vicepresidente.
“Sento tutto il peso di questo momento; la prima cosa da fare è capire che cosa sta succedendo” ha detto intervenendo all’assemblea il neopresidente. Bertorello ha chiesto al presidente uscente Guidi “una prosecuzione dell’affiancamento” già in corso da tempo perché “la sfida di questo incarico corrisponde alla sfida della categoria, alle sue sorti in qualche modo”.
Bertorello durante il suo ‘discorso d’insediamento’ ha affermato: “Credo nell’agire collettivo. Al fatto che ad un Cesare (Guidi, ndr) dobbiamo sostituire un gruppo e non semplicemente un presidente o una persona singola. Credo che tutti noi dovremo valorizzare di più il collettivo e per questo chiedo a tutti di sentirvi molto più protagonisti, più coinvolti nelle scelte dell’Angopi. Dobbiamo creare una nuova forma mentis nella nostra categoria”. L’idea è quella di proseguire nel solco segnato dagli ultimi mandati del presidente uscente: “Dev’essere rivendicata – ha aggiunto – anche l’unità della categoria che è un valore aggiunto. Anche da soggetti esterni ci viene riconosciuto un maggiore peso politico e specifico della categoria, al di là dei numeri che rappresentiamo, proprio perché siamo praticamente l’unica categoria nel settore marittimo-portuale a essere unita, a parlare con una voce soltanto”.
L’Assemblea ha anche rivolto un caloroso ringraziamento a Cesare Guidi “per la passione, la lungimiranza e le non comuni doti umane e professionali con le quali ha guidato la categoria per 19 anni”. Guidi mantiene la carica di presidente dell’Ente Bilaterale e del Fondo di accompagno all’esodo.
Entrando nel merito delle questioni più urgenti il nuovo vertice di Angopi ed ex presidente del Gruppo Antichi Ormeggiatori del porto Di Genova ha sottolineato come sia “in corso una forte concentrazione in grossi soggetti imprenditoriali, un fenomeno globale, che assorbe anche il settore della logistica e dello shipping. C’è una concentrazione a mare (alleanze fra vettori marittimi nei container) e a terra (nel terminalismo portuale anche a livello locale). Siamo di fronte a processi di integrazione verticale e orizzontale”.
Bertorello ha parlato di “processi di decostruzione che iniziano anche a sfiorarci e li vediamo sempre più vicini. Penso all’acquisto del servizio di rimorchio a Gioia Tauro da parte di una multinazionale (Msc, ndr) che ha fatto filotto: terminal, compagnia di navigazione e servizio di rimorchio. Preoccupante come passaggio. Penso – ha proseguito – anche a gruppi armatoriali che costituiscono società di rimorchio in Europa, penso a società armatoriali che costituiscono società di ormeggiatori in Spagna e a un passaggio che ancora non c’è ma che potrebbe verificarsi: quello di rilevare la categoria dei piloti che potrebbero dilatare la loro concezione di professionisti autonomi per poi finire per essere comprati e utilizzati direttamente da alcuni soggetti armatoriali”. Ossia: “C’è una corporazione di 10 piloti ma io ne utilizzo solo 4 perché sono lavoratori autonomi e io (armatore, ndr) costruisco un rapporto commerciale solo con quelli. Fantascienza? Forse. Ma potrebbe essere un ulteriore elemento preoccupante”.
Secondo il nuovo presidente di Angopi “i porti devono rimanere dei soggetti pubblici, con una regia pubblica”. E’ “necessario rivendicare il nostro ruolo all’interno dei porti, ma cerchiamo di rilanciare anche il ruolo dei servizi tecnico-nautici. I nostri ‘cugini’ sono un po’ in affanno; chi per le gare , chi perché fa fatica a trovare una propria identità, però dobbiamo scuotere i rimorchiatori e i piloti a riprendere in mano una situazione che è condivisa. Se i piloti vanno a fondo, il rischio è che poi li seguiamo anche noi. Cerchiamo quindi di puntellare il contesto dei servizi tecnico-nautici. Rilanciare quindi l’idea di un servizio che rivesta una funzione pubblicistica, per la sicurezza della navigazione in acque portuali così come per altre funzioni”.
Nicola Capuzzo