Ricollocazione dei depositi chimici, AdSP Genova va avanti
Il Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale di Genova ha deciso di andare avanti sull’istanza presentata da Superba per la ricollocazione dei depositi chimici da essa gestiti (e di quelli di Carmagnani) a Multedo, presso il porto petroli dello scalo, nel bacino di Sampierdarena, sui 77mila mq di Ponte Somalia. Ne ha dato notizia […]
Il Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale di Genova ha deciso di andare avanti sull’istanza presentata da Superba per la ricollocazione dei depositi chimici da essa gestiti (e di quelli di Carmagnani) a Multedo, presso il porto petroli dello scalo, nel bacino di Sampierdarena, sui 77mila mq di Ponte Somalia.
Ne ha dato notizia una nota dell’ente: “Il Comitato di Gestione nella riunione odierna ha condiviso la scelta di rilocalizzare i depositi chimici Superba e Carmagnani in ambito portuale e di adottare la conseguente proposta di Adeguamento Tecnico Funzionale (ATF) del vigente Piano Regolatore Portuale relativo a Ponte Somalia. Viene dato così mandato alle strutture dell’Ente di procedere con l’invio della stessa al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e, nel contempo, di proseguire con l’istruttoria sull’istanza presentata da Superba Srl esaminando tra l’altro gli aspetti occupazionali e lo sviluppo dei traffici. Nello specifico, la proposta di ATF consentirà di aggiungere alle articolazioni funzionali commerciali già presenti nel compendio di Sampierdarena le operazioni portuali relative alla movimentazione e allo stoccaggio dei prodotti chimici”.
Inoltre “recependo il forte bisogno della comunità e l’urgenza dell’Amministrazione Comunale di ricollocare i depositi chimici dal centro città al Porto, il Comitato di Gestione ha dato anche mandato alle strutture competenti di AdSP di fare tutti gli approfondimenti necessari relativi l’istruttoria sull’istanza presentata da Superba Srl. L’iter autorizzativo proseguirà nei primi mesi con l’apertura della Conferenza dei Servizi”.
Diversi, come noto, i profili critici dell’operazione, sollevati anche ufficialmente, ad esempio da Enac: da quelli relativi alla sicurezza (per la prossimità all’abitato, la contiguità di altre attività portuali, la navigazione, il cono aereo) a quelli occupazionali (il Ponte Somalia è una delle due banchine su cui opera oggi il Terminal San Giorgio, che movimenta circa 3 milioni di metri lineari di rotabili l’anno impiegando oltre 100 persone, con cospicuo ricorso, per giunta, alla manodopera temporanea fornita da Culmv); da quelli finanziari (Superba pretende un contributo pubblico di 30 milioni di euro e chiede demolizioni e raccordo ferroviario a spese pubbliche e un canone molto vantaggioso a fronte di 50 anni di concessione, un break even collocato fra 2031 e 2039 e nessun ritorno occupazionale) a quelli amministrativo-concorrenziali (con alcuni operatori già sul piede di guerra perché impattati dall’operazione, come Forest, che coabita con Tsg sul Somalia, o Sampierdarena Olii, potenziale dirimpettaio su Ponte Eritrea che da anni incassa dinieghi alla richiesta di movimentare la stessa categoria di prodotti di Superba e Carmagnani).
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