Nardulli (Italia Marittima): “Difficile dire se e quando i noli container rallenteranno”
Quando è lecito attendersi una correzione al ribasso dei noli per le spedizioni container? “Difficilissimo dire se e quando un rallentamento ci sarà. E’ difficile fare stime sull’andamento dei container. Come in tutti i mercati dev’esserci a un certo punto un rallentamento. Siamo in un momento eccezionale per cui è difficile prevedere quando i noli […]
Quando è lecito attendersi una correzione al ribasso dei noli per le spedizioni container? “Difficilissimo dire se e quando un rallentamento ci sarà. E’ difficile fare stime sull’andamento dei container. Come in tutti i mercati dev’esserci a un certo punto un rallentamento. Siamo in un momento eccezionale per cui è difficile prevedere quando i noli rallenteranno”.
E’ questo il parere espresso da Michela Nardulli, presidente di Italia Marittima nonché storico braccio destro di Pierluigi Maneschi, in occasione della presentazione del nuovo libro del prof. Sergio Bologna intitolato ‘Agli inizi del container: il Lloyd Triestino e le linee per l’Australia’ (edito da Asterios).
Nardulli durante il suo intervento ha anche ricordato che “le compagnie di navigazione ora stanno anche investendo molto. Ci sono in ordine 700 navi per 6 milioni di Teu di capacità perché lo richiede il mercato”.
Durante la presentazione del libro il prof. Bologna ha ripercorso le tappe dell’avvento in Italia del container, delle prima navi costruite per il Lloyd Triestino che entrò appunto a far parte di un consorzio di armatori sulla rotta che collegava l’Europa all’Australia.
“I consorzi tra società armatoriali imponevano anche degli standard perchè il container doveva per sua natura essere trasportato via mare ma anche via terra con i camion e i treni” ha ricordato l’autore del libro sottolineando anche gli aspetti positivi di un’evoluzione che oggi è invece messa sotto accusa per lo strapotere di cui godo le tre alleanze armatoriali frutto di una progressiva concentrazione del mercato in mano a pochi attori.
“I consorzi armatoriali servono proprio perché è un momento critico e le compagnie da sole non potrebbero farcela a garantire il servizio alle merci” ha affermato in proposito la presidente di Italia Marittima, ricordando che “il gruppo Evergreen storicamente non è mai stata molto presente nei consorzi ma il mercato oggi ci impone di farne parte. È giusto che gli Stati governino e controllino; noi non abbiamo problemi su questo, ma dobbiamo anche guardare al mercato” ha aggiunto a proposito della situazione odierna contraddistinta da noli marittimi schizzati alle stelle e conseguenti sospetti di cartello da parte dei caricatori.
Stefano Beduschi, dirigente di Italia Marittimo nonché presidente dell’Accademia nautica dell’Adriatico, ha arricchito la fotografia attuale del mercato spiegando che oggi “in Mediterraneo scaricare una nave portacontainer da 20.000 Teu è possibile in pochissimi porti. Farle entrare in bacino è impossibile. C’è un gap fra la dimensione dei porti e delle navi”. Ci sono poi grandi criticità in materia di formazione e soprattutto di reperimento di personale qualificato: “Mancano certe professionalità a bordo delle navi. Tutti vogliono fare il comandante o il primo ufficiale di coperta. Abbiamo enormi difficoltà a reperire ufficiali di macchina perché nessuno lo vuole più fare”. Beduschi ha poi citati recenti statistiche secondo cui “la carenza tra domanda e offerta di i soli ufficiali è di 26.000 unità se si guarda alle navi attualmente operative nel mondo”.
Potrebbero esserci nel prossimo futuro le condizioni per un’altra ‘tempesta perfetta’ come è stata quella post-2008? Secondo Bologna “c’è una crisi delle catene di fornitura e il traffico container è coinvolto in questa crisi. Penso che uno dei rischi maggiori oggi sia l’inflazione e vedo un atteggiamento delle banche centrali piuttosto incerto su questo. Mi chiedo se siano capaci e se possano reagire, o se intendano rinunciare a una politica monetaria”.
Nicola Capuzzo
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