Export italiano in crescita del 18,6% nei primi dieci mesi dell’anno
Dopo la battuta d’arresto di settembre, le esportazioni italiane sono tornate a registrare una crescita congiunturale dell’1,5% nel mese di ottobre, trainate soprattutto dalle vendite di beni di consumo non durevoli (+4,4%). Lo evidenzia l’Ice sulla base di dati diffusi da Istat. L’aumento su base mensile è dovuto sia alle vendite verso i mercati Ue […]
Dopo la battuta d’arresto di settembre, le esportazioni italiane sono tornate a registrare una crescita congiunturale dell’1,5% nel mese di ottobre, trainate soprattutto dalle vendite di beni di consumo non durevoli (+4,4%). Lo evidenzia l’Ice sulla base di dati diffusi da Istat. L’aumento su base mensile è dovuto sia alle vendite verso i mercati Ue (+1,4%) sia a quelli extra Ue (+1,6%). Nello stesso periodo il valore delle importazioni è cresciuto del 2,8%.
Dal confronto con il 2020 emerge invece come la crescita su base annua delle esportazioni sia del 7,4%, e più sostenuta verso l’area Ue (+10,6%) rispetto a quella extra Ue (+4,0%).
Dal punto di vista merceologico, l’incremento si spiega per oltre un terzo con le vendite di prodotti della raffinazione (+128,4%) e metallici (+8,7%). Nel dettaglio la crescita tendenziale è marcata tra articoli sportivi, giochi, strumenti musicali e altri prodotti (+25,1%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+12,3%) e sostanze e prodotti chimici (+13,0%).
Guardano ai primi dieci mesi del 2021 nel complesso, l’export risulta in aumento del 18,6% rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre le importazioni sono aumentate del 23,1%. L’aumento delle vendite è stato più consistente per India (+32%), Paesi Bassi (+31,5%) e Cina (+28,3%). In questo intervallo il contributo maggiore alle esportazioni è arrivato dall’aumento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo (+28,3%), macchinari e apparecchi nca (+16,7%), mezzi di trasporto autoveicoli esclusi (+21,2%) e sostanze e prodotti chimici (+18,0%). Prosegue invece la contrazione di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (-5,5%).
Dai dati Istat vengono in aiuto per capire quanto le diverse aree della Penisola contribuiscano alla crescita. Nel terzo trimestre si stima innanzitutto una crescita congiunturale del 4,6% per il Nord-ovest e del 2% per il Nord-est, mentre sono in flessione i dati di Centro (-0,3%) così come Sud e Isole (-1,1%).
Nel confronto su base annua, l’export mostra una crescita molto sostenuta e diffusa – scrive l’Ice – “seppur in rallentamento rispetto al periodo gennaio-giugno”.
Nord-ovest e Nord-est crescono in modo simile (rispettivamente, del 21,7% e del 20,2%), seguite dalla performance del Centro (+17,3%). Riguardo il Sud, nel complesso questo progredisce del 16,6%, ma una analisi più da vicino evidenzia come la crescita sia più marcata per le isole (34,5%) rispetto al resto (+10,2%).
Nel dettaglio, nei primi 9 mesi dell’anno l’incremento dell’export interessa tutte le regioni italiane a eccezione della Basilicata (-6,5%), ed è particolarmente marcato per Sardegna (+53,6%), Calabria (+32,5%) e Friuli-Venezia Giulia (+31%). La Lombardia, con il suo 21,3%, fornisce il contributo più elevato alla crescita su base annua dell’export nazionale (5,6 punti percentuali) insieme a Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Toscana, spiega i tre quarti della crescita delle esportazioni italiane nel periodo.
Inoltre, rileva ancora Ice, l’aumento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo da Lombardia, Veneto e Lazio, di macchinari e apparecchi nca da Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte spiega per 4,2 punti percentuali la crescita dell’export nazionale, mentre la contrazione dell’export di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Lazio, Marche, Veneto, Liguria e Lombardia pesa in negativo per 0,8 punti alla variazione delle esportazioni.
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