“Beffati dal Governo” i sindacati (ri)minacciano lo sciopero nei porti
La figura – dopo aver sospeso lo sciopero programmato per venerdì scorso a seguito delle rassicurazioni del Governo – è stata magra e il sindacato confederale dei trasporti prova a reagire al niet della Commissione Bilancio del Senato all’approvazione, in Finanziaria, dell’emendamento che avrebbe consentito il prepensionamento dei lavoratori portuali (come svelato ieri da SHIPPING […]
La figura – dopo aver sospeso lo sciopero programmato per venerdì scorso a seguito delle rassicurazioni del Governo – è stata magra e il sindacato confederale dei trasporti prova a reagire al niet della Commissione Bilancio del Senato all’approvazione, in Finanziaria, dell’emendamento che avrebbe consentito il prepensionamento dei lavoratori portuali (come svelato ieri da SHIPPING ITALY).
Un “atto gravissimo ed inconcepibile, considerato che non avrebbe avuto oneri aggiuntivi a carico dello Stato” lo definisce una nota di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti. “Sul Fondo – spiegano le tre organizzazioni sindacali – vi era il formale impegno del Ministero delle Infrastrutture Mobilità Sostenibili, definito nell’ambito di una lunga trattativa, che ha portato alla sospensione dello sciopero generale nazionale dei porti previsto per lo scorso 17 dicembre. Siamo di fronte ad una nuova conferma del mancato impegno del Mims e della conseguente inerzia del ministro sui temi della portualità ed in particolare registriamo la grande disattenzione verso un settore strategico per il Paese e verso tutti gli attori del cluster portuale, imprese e lavoratori, un disinteresse che rischia di limitare le potenzialità italiane”.
Ragion per cui le Ooss tornano ad agitare lo spettro di iniziative forti: “C’è rabbia e tensione tra i lavoratori portuali di tutto il Paese, pronti a reagire a questa evidente beffa alla quale come organizzazioni sindacali risponderemo riprendendo tutte le iniziative utili a sostenere le nostre ragioni, a partire dallo sciopero sospeso che sarà riprogrammato e consumato con determinazione”.
Come le associazioni dei lavoratori, anche le controparti datoriali (Assoporti, Assiterminal, Assologistica, Fise Uniport), preoccupate dall’inevitabile reazione dei portuali, hanno mostrato disappunto per la scelta del Governo, firmando coi sindacati una nota congiunta: “Alla luce del recente Verbale d’Accordo tra Mims e Ooss della scorsa settimana e dell’istituzione del ‘tavolo del Mare’, profonda è la nostra delusione” si legge nel testo, che stigmatizza il “mancato recepimento della proroga dei sostegni ai lavoratori portuali delle imprese art. 17 e 16 L.84/94”, del “supporto economico all’istituendo fondo dei lavoratori dei porti con risorse del settore e pertanto non aggiuntive (sic: il fondo avrebbe dovuto essere finanziato con l’1% delle tasse di imbarco/sbarco, ndr), per il prepensionamento” e “dell’integrazione del fondo amianto” (particolarmente importante per le Autorità di Sistema Portuali chiamate a rifondere oggi i danni causati decenni fa, quando gli enti nemmeno esistevano).
“Il problema pare a questo punto essere strutturale” prosegue la nota. “È evidente che anche queste circostanze pongono un accento di ulteriore pregiudizio alla questione più generale di tenuta del principio normativo dell’autonomia finanziaria delle Adsp e del settore nel suo insieme: tutti elementi che pongono le parti stipulanti il Ccnl porti di fronte a forte preoccupazione, poiché tutto ciò significa che la politica non percepisce la strategicità del settore della portualità”. Nel finale un invito al Governo a rimediare quanto prima, magari col maxiemendamento previsto nelle prossime ore: “I tempi e i modi per intervenire la politica e il Governo li possono ancora trovare laddove vogliano dare un segnale di riscontro che dia sostanza alle necessità del settore”.
Una prima reazione ‘politica’ arriva da due deputati del Partito Democratico componenti della Commissione Trasporti (scettici tuttavia che in Finanziaria si riesca a mutare l’orientamento del Governo): “Il rinnovo dei sostegni al lavoro portuale è un’esigenza concreta di migliaia di lavoratori e imprese del cluster marittimo che risentono ancora degli effetti negativi della pandemia. Per questo il Partito Democratico continuerà ad impegnarsi in questo senso, riproponendo l’adozione di questa misura già all’interno dell’imminente Decreto Milleproroghe”.
A.M.
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