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Contrasti d’interessi fra armatori e fra trasportatori sul voto per i depositi costieri a Genova
Il voto della Commissione consultiva andato in scena ieri a Genova sullo schema di delibera proposto dalla port authority e relativo al trasferimento dei depositi chimici di Superba (e Carmagnani) da Multedo a Ponte Somalia ha messo ancora più in luce alcune nette spaccature fra le associazioni di categoria portatrici di interessi. Ai più attenti […]
Il voto della Commissione consultiva andato in scena ieri a Genova sullo schema di delibera proposto dalla port authority e relativo al trasferimento dei depositi chimici di Superba (e Carmagnani) da Multedo a Ponte Somalia ha messo ancora più in luce alcune nette spaccature fra le associazioni di categoria portatrici di interessi.
Ai più attenti osservatori non è passato infatti inosservato il parere favorevole espresso (fra gli altri) dagli armatori e dagli autotrasportatori, nonostante nelle ultime settimane proprio il più importante armatore d’Italia in termini di navi e di volume d’affari (il Gruppo Grimaldi di Napoli) e l’ampia rappresentanza di autotrasportatori aderente ad Alis (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile) avessero apertamente ‘dichiarato guerra’ all’ipotesi di convertire ponte Somalia dai traffici di autostrade del mare alla realizzazione di depositi costieri per lo stoccaggio di prodotti chimici.
Perché armatori e autotrasportatori si sono espresso favorevolmente dunque in Commissione consultiva? Perché in questo organo introdotto con la mini-riforma portuale del 2016, che ha appunto solo funzioni consultive (ma, seppure relativo, un peso lo ha), siede un rappresentante di Assarmatori (non di Confitarma) e uno di Trasportounito (non di Alis). Questo perché grazie ai rispettivi associati possono vantare una maggiore rappresentatività in termini di utenza portuale. Non è un caso che ancora recentemente il presidente della Confederazione Italiana Armatori, Mario Mattioli, abbia definito “bizzarro” il fatto che in alcuni porti “gli armatori italiani non abbiano voce nelle commissioni consultive perché viene data prevalenza alle merci trasportate da operatori stranieri”.
Fonti vicine ad Assarmatori hanno spiegato così a SHIPPING ITALY le ragioni che hanno portato Matteo Catani ha esprimere voto favorevole verso l’adeguamento tecnico funzionale necessario per convertire ponte Somalia da terminal ro-ro/multipurpose e banchina per ospitare depositi costieri. “Sullo spostamento dei depositi costieri nel porto di Genova, Assarmatori, l’associazione armatoriale maggiormente rappresentativa nell’ambito del sistema portuale di Genova, ha espresso parere favorevole all’avvio di un compiuto procedimento di valutazione così come proposto dall’Autorità di Sistema Portuale e teso all’approfondimento di tutte le osservazioni – di carattere tecnico-nautico, operativo, ambientale e di impatto su traffici e occupazione – espresse dalle diverse categorie rappresentate nell’ambito della Commissione consultiva”.
Più nel dettaglio “si tratta di un ‘sì’ motivato anche dalla necessità espressa dall’Autorità di Sistema Portuale di impegnare i 30 milioni a disposizione (dal Piano straordinario delle opere, ndr) per la dislocazione dei depositi costieri di Superba e Carmagnani, ma di un ‘sì’ condizionato all’ impegno dell’Autorità di sottoporre ad approvazione il progetto definitivo corredato di tutti i necessari elementi di valutazione, in particolare quelli relativi alla necessità prioritaria del porto di difendere i suoi traffici esistenti e favorire un ulteriore sviluppo commerciale e infrastrutturale del porto. Il rappresentante designato dagli armatori (a Genova da Assarmatori nella persona di Matteo Catani) ha in quest’ottica analizzato anche le istanze di importanti gruppi armatoriali operanti all’interno del porto genovese, tra i quali certamente tra i più importanti c’è il gruppo Grimaldi di Napoli”.
Meno diplomatica è stata invece la spiegazione di Trasportounito, l’associazione dell’autotrasporto maggiormente rappresentativa nello scalo del capoluogo ligure, che ha così motivato la sua scelta di dire sì: “Si tratta di un progetto di visione per il futuro, che consentirà a Genova di consolidare attività strategiche per la città e il porto, consentendo agli operatori dell’autotrasporto di operare finalmente in condizioni di sicurezza, con infrastrutture all’avanguardia e adeguate ai trasporti di merce pericolosa; merce che potrà contare su un assetto urbanistico nettamente migliorato, grazie in particolare ai nuovi collegamenti del nodo di San Benigno e il transito in quota dei mezzi pesanti da Genova Ovest al nuovo varco in quota di Ponte Etiopia; il che renderà possibile la tanto auspicata separazione dal traffico cittadino e l’utilizzo di strade assolutamente inadeguate, come accaduto in questi anni a Pegli”.
Secondo il coordinatore ligure Giuseppe Tagnochetti “i depositi a Pegli, così come i terminal per container vuoti a Borzoli e Bolzaneto, hanno rappresentato le punte dell’iceberg di una mancata programmazione urbanistica che ha paradossalmente posto in costante conflitto gli autotrasportatori con i comitati di quartiere. Ora – ha aggiunto – si volta pagina. Città e porto decidono insieme a vantaggio di cittadini, imprese e operatori. Queste scelte, secondo Trasportounito, “rendono ancora più urgente la realizzazione di un autoparco, auspicabilmente nelle aree portuali di Cornigliano, al fine di garantire a veicoli in servizio per la portualità una connessione sicura e funzionale per le soste obbligatorie”.
Dopo una prima uscita pubblica attraverso il vicepresidente di Alis, Marcello Di Caterina, la stessa associazione e il Gruppo Grimaldi hanno scritto al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e al Corpo delle Capitanerie di Porto per chiedere di bloccare l’ipotesi di trasferimento su ponte Somalia dei depositi chimici per ragioni di sicurezza oltre che commerciali visto che verrebbero sottratti molti metri quadrati ai traffici di autostrade del mare operati da Terminal San Giorgio.
Nicola Capuzzo