Gpl a Chioggia, débâcle giudiziaria per Costa Bioenergie
Si è concluso nel peggiore dei modi per Costa Bioenergie il ricorso multiplo al Tribunale Amministrativo in relazione all’affaire del deposito Gpl realizzato a Chioggia e, successivamente, reso ‘fuori legge’ dal cosiddetto decreto Agosto del 2020. Il Tar del Veneto, infatti, con una sentenza fiume ha riunito i quattro ricorsi, dichiarandone improcedibili o respinto tutti […]
Si è concluso nel peggiore dei modi per Costa Bioenergie il ricorso multiplo al Tribunale Amministrativo in relazione all’affaire del deposito Gpl realizzato a Chioggia e, successivamente, reso ‘fuori legge’ dal cosiddetto decreto Agosto del 2020.
Il Tar del Veneto, infatti, con una sentenza fiume ha riunito i quattro ricorsi, dichiarandone improcedibili o respinto tutti i motivi sollevati contro vari provvedimenti di diverse amministrazioni (Autorità di Sistema Portuale di Venezia, ma anche Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, oggi Mims, per il decreto interministeriale che attuò il divieto decretato dal Dl Agosto e fissò un indennizzo massimo a 29 milioni di euro per la società) e dichiarato inammissibile un quinto.
Inoltre ha dichiarato inammissibili, manifestamente infondate o irrilevanti le questioni di legittimità costituzionale prospettate da Costa Bioenergie e ne ha respinto le domande risarcitorie (solo per le spese di realizzazione Costa ha sostenuto di aver speso più di 40 milioni di euro), acconsentendo solamente alla compensazione delle spese di lite.
In attesa che la Commissione ministeriale (costituita dal decreto interministeriale per i riscontri contabili necessari a stabilire l’indennizzo spettante a Costa Bioenergie) termini il suo lavoro (il decreto stesso fissava il termine di corresponsione entro fine 2022) è probabile che la società proceda ad impugnare la sentenza innanzi il Consiglio di Stato.
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