Mangini (Culmv): “Il Piano di rilancio funziona, incomprensibile la rottura”
Le prime elezioni con doppia candidatura al consolato e al consiglio in seno alla Culmv, la storica Compagnia Unica fornitrice di manodopera temporanea nel porto di Genova, sono alle porte e le due compagini cominciano ufficialmente a prender forma. In questi giorni la lista ‘esordiente’, guidata dall’attuale viceconsole Silvano Ciuffardi, ha cominciato a distribuire i […]
Le prime elezioni con doppia candidatura al consolato e al consiglio in seno alla Culmv, la storica Compagnia Unica fornitrice di manodopera temporanea nel porto di Genova, sono alle porte e le due compagini cominciano ufficialmente a prender forma.
In questi giorni la lista ‘esordiente’, guidata dall’attuale viceconsole Silvano Ciuffardi, ha cominciato a distribuire i volantini con i nomi dei candidati al viceconsolato e ai quattro posti del consiglio di amministrazione della Culmv (confermati tutti i nomi anticipati da SHIPPING ITALY, cui si aggiunge quello di Massimiliano Mongiardino, assente alla presentazione informale di metà dicembre).
L’altro fronte, quello dell’attuale console Antonio Benvenuti, candidato al quarto mandato, non ha ancora ufficializzato i propri nomi, ma il solco è quello della continuità. Fra i candidati, ad esempio, dovrebbe esser scontata la presenza di Lorenzo Mangini, consigliere uscente, che più che la sorpresa per la novità in sé, ribadisce quella per le modalità con cui si è attuata: “La scelta di Palazzo Lomellino dice molto nella sua distanza prima metaforica che fisica da San Benigno (sede dei camalli, ndr). Anche se nei fatti questa sbandierata discontinuità pare fumosa: in 36 consigli di amministrazione tenuti in questi ultimi, burrascosissimi tre anni, non c’è stato un voto contrario in cda”.
Proprio il progetto varato e votato un anno fa dai soci, imperniato sulla sottoscrizione degli Strumenti Finanziari Partecipativi da parte dell’Autorità di Sistema Portuale, sembra essere da una parte e dall’altra il fulcro delle rispettive ambizioni elettorali, con Ciuffardi a lamentare la presunta inerzia della Culmv e la tendenza a inseguire gli eventi, a suon di “pezze”. “Una visione dei fatti che non condivido – commenta Mangini – e che fa a pugni con un viceconsolato non particolarmente partecipativo, mai dichiaratosi contrario ma nemmeno critico, neppure sulle cose più impopolari che abbiamo dovuto portare avanti in questi anni, dall’aumento dei carichi di lavoro, all’inasprimento del sistema di penali, alla revisione sanguinosa dei contratti coi clienti”.
Una serie di azioni che per il consigliere uscente fanno invece parte di un quadro d’insieme, coordinato e tutt’altro che facile da comporre: “La critica più incomprensibile che viene mossa alla gestione in essere è quella dell’avere proceduto a rattoppi. La Compagnia in passato è anche stata costretta a farlo, ma il piano di risanamento e rilancio nasce prima di un anno fa, è il frutto di un percorso, passato al vaglio dei soci, lungo e faticosamente elaborato a suon di sacrifici con il consulente dell’Adsp, ma mai in posizione di sudditanza, bensì difendendo il più possibile autonomia e indipendenza della Culmv in un’ottica non certo di breve respiro”.
Un percorso di successo secondo Mangini: “Per la prima volta dopo anni abbiamo chiuso il bilancio senza affanni né conguagli. Abbiamo stabilizzato 74 precari e, pur nella perdurante assenza del Piano Organico Porto che Adsp continua a tenere nel cassetto, abbiamo chiuso contratti con tutti gli utenti, sulla base di proiezioni di traffico e tariffarie tali da garantire quelle 185-190mila giornate che servono alla Culmv per sopravvivere. E, aggiungo e concludo, al porto per performare al meglio: il modello Livorno, a cui forse si pensa ipotizzando che dalle ceneri della Compagnia possano rinascere un 17 leggero e 3-4 articoli 16, non si è mostrato vincente. Non certo per gli ex camalli, ma nemmeno per i terminalisti”.
Andrea Moizo
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