Entra nel vivo la scalata alla Culmv – Paride Batini
A 8 giorni dalla prima tornata di voto, è entrata nel vivo la campagna elettorale per la guida della Culmv (il fornitore di manodopera temporanea ex art.17 del porto di Genova), per la prima volta caratterizzata dalla compresenza di due liste complete capeggiate da due differenti aspiranti al consolato. Ma se quella guidata dal vertice […]
A 8 giorni dalla prima tornata di voto, è entrata nel vivo la campagna elettorale per la guida della Culmv (il fornitore di manodopera temporanea ex art.17 del porto di Genova), per la prima volta caratterizzata dalla compresenza di due liste complete capeggiate da due differenti aspiranti al consolato.
Ma se quella guidata dal vertice uscente Antonio Benvenuti (e completata da Luca Ledda, Francesca Ceotto, Lorenzo Mangini e dai nomi ‘nuovi’ di Luigi Cianci, Paolo Pastorino e Stefano Benzi) ha optato per una presentazione ‘in casa’, riservata ai soci della compagnia, la lista dell’attuale viceconsole Silvano Ciuffardi, sulla scorta dell’informale e già chiacchierato incontro interno di metà dicembre sotto gli affreschi di Palazzo Lomellino, ha proseguito sulla linea della rottura, con una conferenza stampa di presentazione di nomi (confermati quelli anticipati da SHIPPING ITALY) e programma.
Una rottura che, al di là di questi aspetti formali, nella sostanza pare più difficile da cogliere: “Chi ha parlato di articoli 16 o agenzie del lavoro è fuoristrada. Noi ci teniamo stretto il 17, autogestito, indipendente politicamente e indivisibile” ha infatti più volte ribadito Ciuffardi, poggiando su pilastri non certo inediti a San Benigno e ritenendo abbia equivocato chi, in una sua precedente intervista sulla stampa locale, abbia inteso la presunta volontà di Culmv di allargarsi dal porto commerciale a quello industriale.
“Nessuno di noi vuole fare il metalmeccanico o uscire dal porto né che vi sia libertà di entrarvi. Quello che diciamo è che il porto sta cambiando, fra alcuni anni, non pochi ma nemmeno moltissimi, sarà diverso da oggi, la domanda muterà, aumentando speriamo, e la Compagnia dovrà farsi trovare pronta, con una struttura agile e competente. E, soprattutto, con la sua capacità di specializzarsi, sfruttando la sua scuola di formazione, per anticipare le esigenze del mercato e non rincorrerle, ampliando le specializzazioni operative ma puntando anche sulla preparazione di figure amministrative e dirigenziali”.
In quest’ottica Ciuffardi non rinnega nulla del pieno appoggio, durante il suo viceconsolato, a Benvenuti: “Senza il piano, senza il supporto pubblico condizionato e senza i rinnovi tariffari anche dolorosi conclusi, non saremmo neppure arrivati a queste elezioni. Ma non deve essere un punto di arrivo, bensì di partenza per rifare della Culmv quel soggetto autonomo e centrale nella portualità genovese (e quindi italiana) che da qualche anno non è più. Faccio un solo esempio di recente attualità: il ‘caso’ Ponte Somalia, che per noi vale 10-12mila giornate l’anno in caso di trasferimento dei depositi, oggi si è svolto sopra le nostre teste. Anni fa non sarebbe stato possibile, la Compagnia deve tornare a sedersi ai tavoli su cui manchiamo da troppo tempo”.
Per il resto la linea non sembra lontana da quella finora praticata nemmeno per quel che riguarda i fronti per così dire esterni: “Noi parliamo con tutti, a partire dalla politica, come la Culmv ha sempre fatto ed è nel suo interesse fare. Ma con la Pippo Rebagliati (l’art.17 di Savona, ndr) non c’è alcun progetto di matrimonio. Analogamente non ci interessa l’adesione ad Ancip (associazione di categoria che raduna i 17 e alcuni 16 italiani, cuji Culmv non ha mai aderito, ndr). Noi non vogliamo guidare la Compagnia per rivoluzionarla o perché pensiamo sia stata mal guidata, noi vogliamo guidarla perché crediamo di poterlo fare meglio di chiunque altro” conclude Ciuffardi.
Andrea Moizo
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