Fiorenzuola (Manuport): “In banchina a Genova è partita la sperimentazione di trattori full-electric”
Anche grazie al Pnrr le previsioni sono di un 50% di mezzi ‘puliti’ entro dieci anni per poi assistere a una progressiva scomparsa del diesel dalle banchine
La tecnologia elettrica avanza sempre più nelle banchine e nei piazzali dei terminal e dei magazzini, anche con i grandi mezzi come i trattori portuali, portando vantaggio all’ambiente e grande miglioramento alle condizioni lavorative degli operatori. Proprio in queste settimane in vari terminal del porto di Genova la società Manuport, azienda italiana che dal 2018 fa parte del gruppo olandese Terberg, sta svolgendo test drive con l’innovativo modello Terberg YT203EV.
“Il nuovo mezzo YT203EV è completamente elettrico, rispetto alle precedenti versioni utilizza un unico motore con la trasmissione integrata, batterie al litio di ultima generazione, ed ha integrato un sistema di gestione della temperatura delle batterie che impedisce alle stesse di subire le escursioni termiche garantendo l’operatività in ogni condizione climatica e proteggendone così
anche la durata” spiega a SHIPPING ITALY, Fabio Fiorenzuola, managing director di Manuport. Elencando i vantaggi di questi mezzi innovativi aggiunge poi che “la macchina ha una ricarica veloce, supporta la frenata rigenerativa riducendo i consumi, migliora il confort dell’operatore in quanto silenziosa e con minori vibrazioni, ha un telaio ultra robusto che permette di movimentare i grandi carichi senza subire problemi. Come Manuport, in Italia, abbiamo intrapreso l’iniziativa del test drive presso i diversi ambienti lavorativi a fine 2021 iniziando dal terminal Psa di Voltri e proseguendo con il Psa Sech, proprio perché il gruppo Psa da sempre ha propensione verso macchinari di movimentazione completamente elettrici, lavora già con i veicoli Terberg e in particolare era interessato a provare il nuovo modello per testare sul campo i vantaggi del trattore totalmente elettrico e i suoi assorbimenti energetici. La macchina ha quindi fatto un periodo di prova nei due terminal e dal prossimo futuro Psa vedrà come organizzare eventuali investimenti orientati su questo tipo di macchine”. Quelli di Pra’ e di Calata Sanità non sono però gli unici terminal ad aver avviato questa sperimentazione: “Al Genoa Port Terminal del Gruppo Spinelli stiamo attualmente portando avanti la stessa identica operazione: il gruppo sta provando il nuovo YT203EV nel suo ciclo operativo in ambiente e poi, dai risultati che emergeranno, deciderà con cognizione quante macchine saranno necessarie al lavoro del terminal, quante colonne di ricarica saranno necessarie e ogni altro aspetto connesso”.
Fiorenzuola in conclusione spiega che “il gruppo Terberg, che nei grandi veicoli completamente elettrici può essere definito il principale costruttore mondiale, questi test li ha già condotti in molti paesi del Nord Europa fornendo alle più grandi realtà della logistica e della distribuzione i suoi mezzi con ottimi risultati e per Manuport, in Italia, servono per acquisire sempre più esperienza. Una macchina elettrica – aggiunge – vuol dire infatti non solo zero emissioni e vantaggi, ma anche necessità di competenza tecnica avanzata sul mezzo perché l’elettronica impone un certo tipo di manutenzione, e di conseguenza significa aumento di qualificazione e certificazione delle figure professionali nella nostra azienda oltreché ingresso di nuove figure professionali legate a queste tecnologie innovative. Riteniamo che la produzione dell’elettrico entro i prossimi 10 anni arriverà al 50% del totale per poi prendere il totale sopravvento sul diesel; questo anche – riteniamo – grazie all’aiuto dei fondi Pnrr alle imprese per superare il gap del prezzo più elevato dei mezzi elettrici. Per quanto ci riguarda stiamo investendo anche nell’introduzione, entro i prossimi due anni, dell’elettrico per i veicoli ro-ro con quattro motrici per salire e scendere dalle navi”.
Nel 2022 altre tre Terberg YT203EV verranno anche consegnate in centri logistici del Veneto a riprova del fatto che la sosteniblità è arrivata non solo in banchina nei porti ma anche sui piazzali degli inland terminal.
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