Campostano chiede più spazi a Genova per il terminal Forest
Il 2021 ha chiuso ai livelli del 2016 ma il terminalista vuole risposte per mantenere i traffici di prodotti forestali
Il terminal operator Forest di Genova Sampierdarena (Gruppo Campostano) si autodefinisce “un ottimo esempio di resilienza” perché “non solo ha saputo riprendersi dopo due urti poderosi – l’incendio del magazzino nel 2017 e la pandemia nel 2020 – ma ha dimostrato di saper tornare in tempi record su livelli eccellenti”.
La banchina su cui opera è a Ponte Somalia, quella fetta di porto che nel prossimo futuro pare destinata a ospitare i depositi chimici di Superba e Carmagnani delocalizzandoli da Multedo e per la quale Campistano aveva presentato istanza di concessione ma è stata respinta dalla port authority. Proprio per questo ora il gruppo Campostano torna a chiedere spazi dove poter lavorare.
Nel 2021 Forest è riuscito sia a superare i volumi del 2020 e del 2019 ma anche a ottenere gli stessi risultati del 2016, movimentando circa 116.000 tonnellate di merce, via nave e tramite containers.
Gli avviamenti di manodopera Culmv hanno superato il totale di 1.000 “Personale specializzato, incluso in un apposito ruolino” sottolinea il terminalista. Che poi aggiunge: “E’ importante notare che Forest garantisce la redditività per giornata lavorata più elevata del porto di Genova e fornisce il più alto contributo alle spese generali della Culmv”.
L’amministratore delegato Ettore Campostano si è dettl “molto fiero di questi risultati che dimostrano come la professionalità e l’impegno che abbiamo dedicato sono stati in grado di superare due ostacoli enormi come un incendio e il Covid”.
L’imprenditore savonese ha poi aggiunto: “Oltre al rifacimento del magazzino, abbiamo continuato a investire con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale (ad esempio avviando una campagna di sostituzione dei carrelli con nuovi mezzi elettrici), di aumentare l’efficienza energetica e di potenziare il livello del servizio offerto. Naturalmente, come ogni anello della catena logistica, stiamo facendo, e continueremo a fare, i conti con uno scenario altamente complesso, sia globalmente (l’esplosione del costo delle materie prime e la loro carenza, la criticità negli approvvigionamenti e in genere nell’iter logistico – aggravata dal persistere della pandemia -, il ritorno di fiamma dell’inflazione e la crescita verticale dei costi dell’energia) sia localmente, con l’avvio dei programmi di rinnovamento infrastrutturale del Porto di Genova”.
I risultati ottenuti confermano le potenzialità del terminal secondo Forest: “Per questo domandiamo da tempo di poter crescere, disponendo di aree più vaste; speriamo che si possa trovare una soluzione adeguata, anche per mantenere a Genova il traffico dei prodotti forestali”.
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